Cosa Leggere in Vacanza Quest’estate
Vacanze 2015: due letture-avventure di cui tutti parleranno. La prima è una raccolta di racconti (11 scrittori italiani under 40) che brucia….l’altra è un esordio di 730 pagine che muove il paragone con Jonathan Franzen. Letture per un’estate indimenticabile.L’età della febbre di AA.VV. (minimum fax, 15 euro)Sono passati 11 anni – sì era il 2004 – dall’antologia La qualità dell’aria, raccolta pubblicata da minimum fax che radunava le voci più interessanti della letteratura italiana, per fare il punto sullo stato delle cose. In pieno 2015 l’operazione si ripete. Undici scrittori italiani under 40 (tra cui Manuele Fior, che con il suo tratto illuminato ha illustrato anche la cover, Antonella Lattanzi, Violetta Bellocchio, Chiara Valerio, Claudia Durastanti…) – curati, coordinati, pressati da Christian Raimo e Alessandro Gazoia – riflettono sul presente. Rintracciano le coordinate esistenziali di un’ poca complessa, minacciata dalla febbre, lontana da qualsiasi altro tempo conosciuto. Non è facile dare un senso unitario a testimoni consapevoli così diversi, anche perché i racconti sono morsi. Fanno luce su un frammento definito, vibrano sintonizzati su corde precise di chi legge. Riattivano emozioni. Portano in luoghi assolati o bui. Uno delinea una biografia emotiva corporea che è “un ufficio stampa dell’inconscio” (Il prodotto interno lordo); un altro si incunea in quel momento di totale egoismo in cui la disperazione diventa gioia (Quel sollievo); un altro parla di fisiognomiche che «dovrebbero riguardare anche i sentimenti» e bugie perfette che sono «verità fuori tempo massimo» (Fare due passi); un altro ancora, di percorsi lavorativi rigidi come le sbarre di una prigione in cui non c’è spazio neanche per la morte (Alta marea). Storie del nostro tempo frammentato, devastato, spossato e coraggioso. Raccontato da undici indomabili guerrieri che urlano contro il cielo la loro voglia di riscrivere il mondo. Non siamo più noi stessi di Matthew Thomas (Neri Pozza, 21 euro)«C’erano luoghi che possedevano più felicità rispetto a quelli comuni. Se non sapevi della loro esistenza potevi accontentarti di stare dove stavi». Ma Eileen, la protagonista, l’esistenza di quei luoghi la scopre da piccola. Viene da una famiglia operaia di irlandesi trapiantati in America, fa l’infermiera perché non è concepibile un’altra strada, si sposa con un rigoroso e affidabile scienziato – e tutta la sua vita è il tentativo di arrivare in quei luoghi. Oltre il punto da cui è partita. Una lotta tra i suoi desideri e la pacatezza senza sogni del marito. Tra chi vorrebbe non essere più se stesso e scordarsi da dove viene, e chi non è più se stesso perché d’un tratto la malattia gli ha inceppato gli ingranaggi. Matthew Thomas ci ha messo dieci anni a scrivere questo romanzo, il suo esordio: 730 pagine per cui è già stato paragonato (a ragione!) a Jonathan Franzen. A noi bastano 12 minuti, il tempo di seguire nel primo capitolo Eileen e suo padre in quel bar, respirare l’odore di sigarette e malto, per essere sedotti, senza rimedio.