Un vero boom! L’antisfigata e obbligatoria a Capodanno
E se è scattata la caccia all’indumento rosso portafortuna, la corsa nei negozi all’amuleto propiziatorio è iniziata già da un mese. Dalla coccinella al ferro di cavallo, dal peperoncino al vischio, dalle statuine con i corni al collo fino ai tradizionali monili, i gadget contro il malocchio quest’anno hanno registrato un vero e proprio boom. In fondo dicembre è il mese dei bilanci. A cominciare da quelli economici che, complice la crisi, non per tutti sono stati positivi. E allora più che mai per le festività in corso si è scelto di regalare a parenti ed amici un oggetto scaramantico che strizza l’occhio alla fortuna con l’augurio di uno scintillante 2010. A Napoli, patria dei rituali scaramantici, si può trovare di tutto. Anche l’impensabile.Seguendo però la strada della tradizione, in particolar modo quella di San Gregorio Armeno con gli atelier degli artigiani del presepe, guarda caso una delle statuine più vendute dalla Bottega ‘Ferrigno’ è stata quella del pastore raffigurante ‘Scio sciò, il cosiddetto ‘venditore di fortuna’, che appare con diversi corni appesi intorno al corpo. La statuina viene venduta con un ‘vademecum’ per scacciare il ‘malocchio’. Salvio Corcione napoletano doc e super intenditore di corni (ne possiede almeno 1.500), conosciuto non a caso come ‘Mister cornicello’, ha lanciato un’idea originale e gustosa per allontanare la jella: i cornicelli di mozzarella di bufala.”Bisogna far sognare le persone e vivere in pace. Ecco perché quest’anno ho pensato ad un rituale scaramantico che unisce tutti intorno ad una tavola – racconta Salvio Corcione a Ign, testata online del Gruppo Adnkronos – , agli amici saranno serviti i cornicelli di mozzarella di bufala in un piatto ovale con pomodorini e un disegno della baia di Napoli. La musica, i colori, il sapore, il folklore e l’umiltà di Napoli”. E poi consiglia: “Mettete ‘o curniciello dietro il presepe o sull’alberello”. Il cornetto sia esso di madreperla o di altro materiale è uno dei gioielli più scelti nel Meridione dove è considerato il portafortuna d’eccellenza. Protegge, infatti, dal malocchio e dalle invidie.L’idea del gioiellino-amuleto si trova anche nello storico negozio Caleffi in Piazza Montecitorio, a Roma. Cornetti o coccinelle, in oro, a richiesta dei clienti più superstiziosi o come omaggio portafortuna viene nascosto tra i preziosi tessuti delle cravatte. Un regalo chic gettonatissimo a Natale. Dal profano al sacro. Altro gadget a ruba quest’anno – soprattutto tra i più giovani – è il bracciale portafortuna con le immagini dei Santi. Tra le figure – sono tutte adesive – ci sono anche la Madonna, Gesù e i pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Per scoprire il santo protettore basta staccare gli adesivi uno ad uno: il beato prescelto sarà l’ultimo che rimarrà.Il bracciale (in legno o altro materiale) è venduto, oltre che nei negozi di souvenir, anche su e-Bay ad un prezzo medio di 5 euro. Tra i monili contro la malasorte, va forte anche il lucchetto che augura longevità, salute e fertilità. Contro le malattie e la negatività in generale, c’è poi la mano di Fatima, eredità della cultura islamica. Al centro del palmo a cinque dita (in arabo è nota come Khamsa, ovvero cinque) ha una pietra o un occhio. Ma la mano più conosciuta e più regalata, soprattutto tra romani e napoletani, è senza dubbio quella a pugno chiuso con il dito mignolo e indice alzato.Diffuso anche il ferro di cavallo che non deve essere nuovo, ma perso dal quadrupede. Se appeso in casa (raccomandazione: le estremità devono essere rivolte verso l’alto) porta soldi e fortuna. Passando al cibo e alla tavola di Capodanno: le lenticchie, simbolo del denaro, non devono mai mancare. L’ultimo giorno dell’anno porta bene mangiare anche l’uva: si propizieranno soldi tutto l’anno.Ma è il peperoncino che regna in cucina come potente amuleto, sia per il colore rosso associato al suo fuoco interno sia per la forma appuntita capace di distruggere la jella. E in caso di assenza sia di amuleti che di cibo portafortuna per San Silvestro c’è sempre qualche formula popolaresca e antica da recitare, come “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”. Con tanti auguri.
A cura di Lucia Fiore