Il Festival delle sorprese e degli eccessi
Il vincitore inaspettato di Sanremo 2017 è Francesco Gabbani. Seconda Fiorella Mannoia alla quale va il premio della Stampa, terzo Ermal Meta che si aggiudica il riconoscimento della critica. Un caustico Checco Zalone interviene da protagonista e lenisce gli effetti della “batosta Al Bano”, Enrico Montesano grande e crudo mattatore, Zucchero duetta virtualmente col fantasma di Pavarotti, Crozza showman veste i panni di Razzi
La classifica finale di Sanremo 2017 premia inaspettatamente Francesco Gabbani, già vincitore delle Nuove Proposte nel 2016. Il toscano soffia una vittoria che sembrava certa quasi a tutti, alla sessantottinina ad oltranza e superfavorita Fiorella Mannoia.
“Sportivamente” la Mannoia deve accontentarsi della piazza d’onore. A consolarla per l’inaspettata sconfitta, arriva come da prassi il Premio della Sala Stampa Radio-Tv-Web “Lucio Dalla”.
In terza posizione Ermal Meta, favorito del pubblico giovane, compensato pure dal successo nella serata cover.
Al sedicesimo posto un talentuoso Clementino che non mancherà di essere premiato col consenso più importante: quello del “suo” pubblico e sicuramente con questa affermazione ufficiale al Festival della Canzone Italiana ha ricevuto notevoli apprezzamenti anche da spettatori appartenenti ad altre fasce. Scarso riscontro alla finale big per la scuderia del talent ‘Amici’: Bernabei, Elodie ed il peraltro bravo Sylvestre con il suo “Ragazzi fuori” in una applaudita interpretazione, non riescono a sfondare il muro sanremese ed a eguagliare il successo di Lele in Sanremo Giovani. Anzi, in molti si chiedono come siano giunti all’ultima serata Bernabei ed Elodie e pure Atzei e siano stati eliminati altri.
Indice di ascolti rassicurante per la Rai pur se inferiori al 2016, grazie alla cosiddetta
“santa alleanza tra Carlo III e Bloody Mary”, quindi all’accordo Rai Mediaset. Non si può non chiedersi cosa sarebbe accaduto altrimenti.
Lo spettro di Waterloo è stato scongiurato grazie dunque all’ennesimo compromesso storico ed agli eroi sanremesi già ampiamente consacrati da un pubblico abitudinario: il conduttore-direttore artistico sprint e stavolta meno abbronzato Conti e la conduttrice-postina De Filippi, poco credibile in lungo, brusca davanti alla sagacità di Montesano, a detta di critici non allineati più adatta ai suoi standardizzati Amici – con fin troppo ampia e onnipresente rappresentanza istituzionalizzata al Festival – e ad Uomini e Donne. Ariston in verità invaso dai talent showfriends.
Bisogna pur dire che il vincitore Francesco Gabbani è stato ampiamente supportato dal web e la danza della scimmia nuda di «Occidentali’s karma» ne fa il Signore del premio TimMusic streaming; Fiorella Mannoia sacerdotessa delle rivendicazioni di young di mezzo secolo fa, pensava invece di strafare con “Che sia benedetta”; ma a sfondare è stato Ermal Meta, albanese d’Italia con una intensa autobiografia «Vietato morire», storia di violenza familiare, di una mamma coraggio e di un bambino costretto a diventare all’improvviso adulto, meritando ampi consensi, oltre che il primo posto nella manche delle cover. In ordine, a seguire: Michele Bravi, Paola Turci, Sergio Sylvestre, Fabrizio Moro, Elodie, Bianca Atzei, Samuel, Michele Zarrillo, Lodovica Comello, Marco Masini, Chiara, Alessio Bernabei, Clementino, il cui sedicesimo posto fa gridare “all’ingiustizia” fans, estimatori ed esperti.
Sanremo 2017 sfoggia Zucchero con il suo “Partigiano reggiano” e il fu Pavarotti in un duetto virtuale di “Miserere”. Rita Pavone che si dà ancora una volta al pubblico con il suo longevo “Cuore” che ripropone fa una vita. Poi Mina che canta in uno spot.
Filippo Ranaldi, 28 anni, coreografo di X-factor, è la scimmia rivelazione di Gabbani ma non affatto nuovo all’Ariston: nel 2012 era nel corpo di ballo che accompagnava Gigi D’Alessio e Loredana Bertè nel brano Respirare.
Per alcuni, non pochi, nel balletto di Occidentali’s karma ci sarebbe un riferimento a ‘Salirò’ di Daniele Silvestri che nel 2002 si esibì a Sanremo con un ballerino. Ma Gabbani non vuole passare per copione è precisa che si tratta diuna coincidenza. La scimmia nuda proviene da una “citazione da un libro di Desmond Morris, secondo il quale l’essere umano è solo una delle tante specie di scimmie esistenti”.
E se la “scimmia nuda che balla” fa impazzire il pubblico, Checco Zalone fa pure di più con sagacia e qualità: poche ma efficaci parole mirate. Zalone ed il suo video-augurio ad effetto, dedicato ad Al Bano, mandato in onda durante la finale del Festival ad eliminazione già avvenuta da un giorno, e quindi nota, oltre pubblicamente sofferta dal noto cantante.
Esordisce: “Ciao Al Bano, è un onore fare l’in bocca al lupo al secondo pugliese più importante d’Italia oggi. Tu sei forte, canti bene e non sai quante mie amiche vorrebbero essere tue ex mogli, perché paghi gli alimenti. Ti auguro di arrivare quarto o quinto o sesto, perché, parliamoci chiaro, più di quello dove caz.. vai? E poi, come quando si fa l’amore, chi arriva per primo è sempre sconfitto. Ciao Carlo Conti, ciao Maria e tutti i cachet in ordine decrescente”. Caustico ed esilarante.
Caso a parte quello di Maurizio Crozza che piomba all’Ariston, dopo giorni di collegamenti, vestendo i panni dell’affabulante Razzi ed intonando motivetti irriverenti ed eccessivi: “Finché la vacca va”, “Papaveri e pecore” e “Nell’auto blu dipinta di blu”. Gli strafalcioni vari non si contano. Pontifica: “Nel mondo c’è chi legge i libri, c’è pieno di chi va dentro i musei. Qualcuno si affeziona pure ai negri… e gli piace avere un figlio gay. Si chiamano estabilishimento, son fichetti sui terrazzi di Manhattan ma Donald, Manhattan l’ha costruita lui, che di parole ne conosce sei. Dittatore? No questo non credo, la tortura fa molto più allegro. Tu che dici? Accogliamoli tutti attaccati al Trump. Tu che ci tieni all’Ambiento, attaccati al Trump!”
Infine, nello show del “Festival dalla modesta sonorità”, Diana Del Bufalo con Alessandra Mastronardi e Giusy Buscemi. Il “trio de la miss, la diva, e la finta tonta” è protagonista di una parentesi dedicata alla nuova serie tv “C’era una volta Studio Uno”, varietà simbolo Rai degli anni ’60.
Parla prima la Mastronardi, veterana della fiction. Poi la Buscemi, ex Miss Italia. Infine, Diana Del Bufalo, pure lei proveniente da Amici (nel 2010) e legata a Paolo Ruffini.
Teresa Lucianelli