Factory records story II
…Del 1984 è invece il tentativo da parte della Factory di inaugurare una sezione di musica classica con le incisioni di giovani autori russi, ma il progetto fallisce quando gli artisti vengono incredibilmente espulsi dal governo di Mrs.Thatcher come presunti agenti del KGB! Nel 1985 esce il primo singolo degli Happy Mondays che, insieme ai New Order, si rivela una delle band più remunerative dell’etichetta. A “Madchester” si delinea una scena musicale nuova, dove Factory e Haçienda fanno da incubatori per generi musicali emergenti come techno, acid house e le rispettive ibridazioni con il post-punk. Oltre a Low-Life, nuovo album dei New Order, rimane da segnalare l’apertura della branch di Sydney e la prima release in CD della label con il lavoro di Durutti Column “Domo Arigato”. L’anno successivo vede il debutto dei nuovi arrivati The Railway Children con il singolo “A Gentle Sound” e l’organizzazione del “Festival Of The Tenth Summer” per ricordare i 10 anni dall’avvento del punk con New Order, Smiths, Fall, Pete Shelley e A Certain Ratio. In settembre esce Brotherhood, quarto album dei New Order, che si avvarrà qualche mese più tardi di una edizione limitata con un prezioso design metallico del solito Peter Saville. Nell’aprile del 1987 vedono la luce gli abum di Happy Mondays e Railway Children dai titoli, rispettivamente, di “Squirrel” e “G-Man Twenty Four Hour Party People Plastic Face Carnt Smi le (White Out )” e Reunion Wilderness mentre il singolo True Faith dei New Order raggiunge un immenso successo commerciale. Nello stesso anno, però, la Factory registra due importanti perdite: lasciano la label A Certain Ratio e Railway Children. A dicembre esce il nuovo album dei Durutti Column “The Guitar And Other Machines“. Con il 1988 la Factory festeggia dieci anni di attività e pubblica una splendida raccolta antologica dei Joy Division “Substance 1977/1980“, un omaggio alla sua prima, eccezionale creatura. Il mese di agosto vede esplodere il fenomeno della cultura acid-house in quella che sarà ricordata come la seconda Summer Of Love. Gli Happy Mondays, intanto, stanno ultimando le registrazioni del loro secondo album, che si intitolerà “Bimmed” e uscirà intorno alla fine dell’anno. Dopo 10 anni di accordi verbali con gli artisti, nel mese di settembre viene siglato il primo contratto ufficiale nella storia della label: onore che spetterà a Cath Carroll e a seguire agli Happy Mondays. Supportato da una campagna promozionale inaudita per l’etichetta, che fino ad allora si era mostrata contraria alle logiche di mercato, nei primi giorni del 1989 esce “Technique”, il nuovo album dei New Order. Nonostante il lancio pubblicitario e una fortunata tournee americana le vendite dell’album sono inferiori alle aspettative e condurranno la band vicina allo scioglimento. Ne deriveranno diversi progetti solisti fra i quali i Revenge di Peter Hook e, soprattutto, gli Electronic, formati da Bernard Sumner e dall’ex-Smiths Johnny Marr. A scongiurare definitivamente la scissione arriva la federazione calcistica Inglese che commissiona ai New Order l’inno ufficiale della nazionale ai mondiali italiani del 1990. Il culto di “Madchester” (così rinominata in onore di rave, musica e pillole), comincia ad attirare l’attenzione dei media portando la città alla ribalta. Intanto l’inno dei New Order “World In Motion” schizza al primo posto delle classifiche inglesi e il nuovo album degli Happy Mondays “Pills ‘n’ Thrills” And Bellyaches, acclamatissimo da stampa e pubblico, diventa il manifesto ufficiale dell’incredibile stagione della città. Tuttavia, i maggiori artefici di questi successi, Factory e Hacienda, si trovano nell’occhio del ciclone, fra guai giudiziari per le risse e il consumo di droghe all’interno del club, e costanti disavanzi nella contabilità. Nell’aprile del 1991 muore Martin Hannett, da tempo dedito all’abuso di alcol e droghe. Al la sua geniale creatività si devono le sonorità della Factory fino al 1981. Il suo nomerimarrà legato indissolubilmente alle produzioni-capolavoro dei Joy Division. Le difficoltà finanziarie della Factory si fanno intanto sempre più pesanti. Cominciano a piovere offerte di acquisto da parte di etichette quali Mute, London e Warner Bros ma la label cerca ancora di resistere. Gillian Gilbert e Stephen Morris dei New Order si lanciano in un inconsistente progetto comune, “The Other Two“, e il mito degli Happy Mondays comincia ad incrinarsi sull’onda delle dichiarazioni violentemente omofobe e razziste rilasciate da due membri della band, Shaun Ryder e Bez, agli increduli giornalisti di Melody Maker e NME. Incominciano le sedute di registrazione per i nuovi album di New Order e Happy Mondays, ormai divenuti fondamentali per il futuro della Factory. Ironia della sorte, sono proprio le band di maggior successo di casa Factory a infliggere il colpo di grazia. Gli Happy Mondays decidono di registrare alle Barbados il loro quarto album “Yes Please!”, mentre i New Order prosciugano le casse dell’etichetta durante la produzione di “Republic”. Entrambi gli album si rivelano clamorosi insuccessi e l’etichetta affonda nei debiti. La London Records è interessata ad assorbire la Factory, ma la trattativa fallisce quando emerge l’usanza tipica della Factory di accordarsi verbalmente con gli artisti. LaFactory Communications è quindi costretta alla bancarotta nel Novembre del 1992. Molte delle band trovano posto tra le file della London Records. L’Haçienda resiste fino al 1997, anno in cui anche la mecca della House Music abbassa per sempre le saracinesche . L’edificio sarà demolito e rimpiazzato nel 2003 da un complesso di lussuosi appartamenti. Finisce così la storia della più interessante etichetta inglese degli anni ottanta, creatrice di uno stile unico che influirà sull’intero movimento new-wave; si conclude così anche un fecondo sodalizio creativo, quello fra Tony Wilson, Martin Hannett e Peter Saville che rimarrà scolpito nella storia della musica. Alla bara di Tony Wilson, morto nel 2007, è riservato l’onore dell’ultimo numero di catalogo Factory: FAC 501. A tutte le uscite dell’etichetta era apposto un numero di catalogo che iniziava conla sigla FAC seguita da un numero. Questo sistema di numerazione era applicato anche a tutte le produzioni Factory, inclusi i poster, e a tutto quanto gravitavaintorno all’etichetta: la Haçienda (FAC 51), un salone di parrucchiere (FAC 98), una trasmissione di Channel 4, The Tube (FAC 104), un tipo di nastro adesivo (FAC136), il gatto della Haçienda (FAC 191), una scommessa fra Wilson e Gretton (FAC253), una causa legale di Martin Hannett nei confronti di Factory Records (FAC61), una pubblicità radiofonica (FAC 294), …. I numeri non erano strettamente cronologici. Quelli legati alle uscite di Joy Division e New Order, ad esempio,finivano generalmente con 3 o 0, quelli di A Certain Ratio e Happy Mondays con 2. Nonostante la chiusura della Factory Records nel 1992, il catalogo continuò ad arricchirsi di nuovi elementi: ad esempio il film 24 Hour Party People (FAC 401), il suo sito internet (FAC 433) ed il libro Factory Records: The Complete Graphic Album (FAC 461). L’ultimo numero di catalogo della Factory fu assegnato alla bara di Tony Wilson (FAC501). The end.
A cura di Antonio Elia
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