Il Dono di Natale
Siamo alle soglie delle festività natalizie, le strade cominciano ad addobbarsi di luci e colori.. Tutto sembra parlare di festa e – oltre alla dimensione spirituale – i giovani (ma non solo loro!) accarezzano già l’idea del “dono”. Si scambiano i doni tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fidanzati e tra amici. Si fa la corsa al dono più bello e più gradito. Ma che senso ha questo dono? Tutti siamo pronti a denunciare il nostro malessere interiore: la nostra società è solo commerciale, diciamo spesso, ma siamo i primi a rendere commerciale i nostri sentimenti .. Anche le feste di Natale e del nuovo anno hanno assunto questo indirizzo? Credo personalmente che, come in tutte le cose, occorra il dono della sapienza e dell’equilibrio. Conosco genitori pronti a spendere una fortuna per il regalo di Natale ma incapaci di spendere un minuto del loro prezioso tempo per “ascoltare” i propri figli, conosco fidanzati pronti a scambiarsi i più preziosi gioielli del mondo, ma incapaci di condividere la propria intimità spirituale e profonda, incapaci di essere realmente e spiritualmente una cosa sola. Che senso ha il dono dinanzi a tutto questo? Se il dono più bello fatto per il natale non è accompagnato dal dono di se stessi, tutto queste correre è solo un ricatto o una mera ricerca di interessi. Che senso ha scambiarsi un dono, se non si ha il coraggio di condividere “il Dono” che ognuno di noi è per l’altro? Lo diciamo spesso “vale il pensiero” ma quanti di noi ci credono realmente? Quanti di noi sono pronti a criticare l’amico, il parente o i genitori perché troppo spilorci o troppo ricercati nei regali ricevuti e fatti? Certamente “comprare è più facile” che condividere e farsi dono per l’altro.
Comprare può sembrare facoltoso, anche perché il regalo vale per quel che costa.. ed allora, più costa e più vale! Donare se stessi invece non costa nessun euro, ma implica una perdita di se stessi, molto più profonda e di conseguenza meno superficiale… Che bello sarebbe se per questo natale, facessimo meno commercio di cose, e più commercio di noi stessi. Fossimo cioè, capace di spendere non solo i soldi dei nostri risparmi ma le energie del nostro cuore. Riflettendo sulle relazione che intercorrono tra noi, e soprattutto a livello giovanile, quanti vuoti ci sono? Quanto amore manca? Quanta umanità viene meno? Che bello allora sarebbe, se cominciassimo, a partire da me, a riscaldare di più il cuore, facendo dono di se stessi, oscurando la nostra superficialità! Se a Natale, invece dell’ultima playstation ogni genitore prendesse l’impegno di “perdere” un’ora in più della proprio tempo per ascoltare il proprio figlio, quanti giovani “meno malati d’amore” avremmo…!! Il dono è un dono se è fatto col cuore, non con i soldi.. ed allora mettiamoci un po’ di cuore in più e rendiamo noi stessi un dono per gli altri! Se poi pensiamo alla parte di chi riceve il dono, allora nasce una nuova malattia: quella di non saper ringraziare! Penso che ultimamente, abbiamo farcito il nostro linguaggio di tanti ed inutili vocaboli, anche stranieri, ma abbiamo perso dal nostro vocabolario una parola magica: grazie! Quanto raramente usiamo oggi questa parola? Tutto è dovuto, tutto è scontato anche perché tutto posso comprare col mio denaro e con il mio potere. Ma la parola “grazie” implica una magia particolare, che oltre a dare quel senso di umanità e di buon costume in noi e in chi lo riceve, esplica un senso di donazione gratuita. Dico grazie per il tuo sforzo, ti dico grazie perché riconosco che senza di te non avrei potuto, ti dico grazie perché tu ti sei fatto dono! Ti dico grazie non per dovere, ma perché sei uguale a me, ti dico grazie non con la bocca ma con il cuore… Cari giovani, a Natale, almeno a Natale parliamo meno di soldi e con i soldi, spendiamo di più col cuore e per il cuore facendoci dono gli uni per gli altri!
Grazie
Padre Claudio Marino
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