Università degli Studi di Napoli Federico II : ricerca e prospettive sui tumori eredo-familiari
Un veloce sguardo retrospettivo, a qualche lustro addietro, evidenzia una realtà amara e di sovente infausta, legata alla diagnosi di patologia tumorale. Oggi, alla stregua della più avanzata ricerca scientifica, la dimensione della malattia oncologica assume toni più rassicuranti grazie ad una gestione che, su scala statistica, mira ad una prospettiva di guarigione sempre più ampia. La diagnosi precoce, la chirurgia mirata e tempestiva coadiuvata da trattamenti farmacologici raffinati ed idonei al singolo caso, confluiscono all’unisono di auspicabili prognosi. Conforta il dato, obbiettivo ed empiricamente rilevabile, dell’acquisizione, in crescendo, di atteggiamenti consapevoli e critici, verso la malattia, grazie ad un’empatia, innescata in itinere, tra medico e paziente. Difatti laddove il black-out psicologico irrompe all’annunciarsi della diagnosi, destabilizzando chiunque, tempestivamente si innescano meccanismi riparativi atti a sostenere la persona lungo il complesso ed affannoso percorso delle terapie. Fiducia e fermezza sono, in tal senso, le parole chiave. Presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, il reparto di Oncologia Medica e Clinica annovera un entourage di professionisti abilitati ed orientati in tal senso. Un settore di particolare interesse è dedicato allo studio dei tumori ereditari e familiari della mammella, ovaio e colon retto. L’insorgenza sempre più frequente di tali patologie, trattabili con successo nella fase incipiente, ha suscitato l’interesse degli oncologi ad ampliare l’orizzonte dell’attenzione anche ai consanguinei dei pazienti, attraverso uno studio genetico mirato, al fine di stabilire per loro un programma di prevenzione intensiva mirata a ridurre gli indici di rischio. Ove si conclami, sul paziente già trattato, mutazione genetica si prospettano anche strategie di profilassi come la chirurgia stessa. La Consulenza Genetica in Oncologia si configura e si struttura come un momento di relazione profonda umana e professionale tra oncologo, psicologo e paziente che, interagendo attraverso una gradualità di incontri, stabiliscono dei criteri cui riferirsi nella futura storia clinica del paziente in discussione. La Dottoressa Matilde Pensabene è Medico Oncologo referente di tale progetto e lo renderà esaustivo e chiaro lei stessa :
–Dottoressa Pensabene quali le motivazioni che l’hanno indotta a concentrare i suoi interessi verso questo settore di studio? “La motivazione principale è di credere fermamente nel ruolo importante che gioca la prevenzione in ambito oncologico. Oggi disponiamo di uno strumento conoscitivo potente nell’identificazione di soggetti geneticamente predisposti allo sviluppo di patologie oncologiche quali il tumore della mammella e del colon che, per la loro elevata incidenza, gravano sul tessuto sociale. A loro possiamo proporre programmi personalizzati di prevenzione di comprovata efficacia.”
-Riguardo all’ascolto attivo che lei dedica a chi afferisce ai suoi incontri, quali finalità umane e professionali si prefigge di coronare? “Essere di aiuto e di supporto in un percorso decisionale, non sempre agevole, è la finalità del nostro intervento che si propone, attraverso il counseling oncogenetico, di favorire scelte consapevoli riguardanti la gestione del proprio rischio oncologico in chi ne è geneticamente predisposto. Orientarsi, insieme al paziente, verso le scelte mediche più o meno complesse quali anche la chirurgia preventiva che, in alcuni casi, riduce significativamente il rischio di ammalarsi di tumore. L’incontro con giovani donne con desiderio di famiglia, di maternità, di relazioni normali con il proprio partner, ci rende particolarmente attenti nella comunicazione di un esito positivo del test genetico, ove si innesca un’interazione unica con il vissuto del nostro interlocutore.”
Luciana Alboreto