LIBRI: ANUIR, IL SEGRETO DI HALAMON DI VINCENZO CORTESE

ImmagineSe vi dico Fantasy a cosa pensate? Sono quasi certa che la vostra mente correrà subito a nomi come Tolkien, Brooks o Martin, tutti grandi autori di questo genere.

Beh dimenticate per un attimo i colossi stranieri, perché oggi vi porterò nel fantastico mondo di Anuir e del suo autore, italiano, Vincenzo Cortese.

Questo libro mi ha piacevolmente colpita, perché fin dalle prime pagine è riuscito a coinvolgere l’attenzione anche di una scettica come me su questo genere.

Ebbene si, dopo aver letto Anuir, mi sono ricreduta e non riuscivo più a staccarmi da quel mondo tanto ben descritto, dai suoi personaggi e dalle loro avventure, tanto che quando l’ho finito ne ho sentito la mancanza.

Cos’ha di diverso dagli altri? Beh, la sua originalità sta soprattutto nella capacità del suo autore di essere riuscito a permeare il genere Fantasy contemporaneo con l’Epica classica. Grazie a questa fusione vi si ritrovano personaggi come i centauri e i fauni.

Così, incuriosita, ho chiesto all’autore di concedermi un’intervista, che lui mi ha gentilmente concesso.

Vincenzo Cortese, nasce a Napoli nel 1972, svolge la professione di medico veterinario, ma coltiva la sua passione per la scrittura. Nel 2006 ha pubblicato nella raccolta “La penna oltre il camice”, “Lo specchio di Gerberius”. Inoltre è autore anche di due racconti ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, “Castelbrigante” e “Sasà”, appartenenti al genere storico ed è lui che ha disegnato la copertina di Anuir e di tutte le illustrazioni dei suoi lavori.

Ciao Vincenzo, grazie per avermi concesso questa intervista. Ho letto il tuo libro e l’ho trovato davvero avvincente. Ci racconti come è nata l’idea di scrivere un fantasy?

Innanzitutto grazie a te, Sara, per l’attenzione che hai riservato a questo mio progetto letterario. Non sono ancora abbastanza famoso da dover essere ringraziato per concedere interviste… ma chissà in futuro.
Allora, l’idea di Anuir nacque innanzitutto dalla mia smodata passione per il genere Fantasy e da una gran quantità di tempo libero, tra una visita e l’altra, nel corso della mia attività di medico veterinario. Il ché può dare anche un’idea sull’entità della crisi che ha investito il settore libero professionale ma, questa, è un’altra storia tutt’altro che fantasy, tuttavia, mi sentirei di dire che non tutto il male viene per nuocere.

Nel romanzo, il ciclo nordico viene contaminato dalla mitologia classica, ci spieghi come mai questa scelta?

In precedenza mi sono limitato a brevi racconti ma fu solo quando ripescai, dalla soffitta, i classici di Virgilio e Omero che s’è accesa la famosa lampadina. Perché non riportare in auge le figure mitologiche e le leggende tipiche della cultura classica mediterranea? Trolls, Draghi, Orchi e Elfi affollano più gli scaffali dedicati al fantasy che i boschi dei mondi di fiaba, ma vogliamo mettere le atmosfere evocate da esseri come le Ninfe, i Fauni e i Centauri? Per citarne solo alcuni. Ho sempre avuto una segreta predilezione per opere come l’Eneide o l’Odissea, tanto da trarne ispirazione diretta anche per un altro racconto, intitolato “Euandros e il mistero del bosco di Timandra” nel quale narro, in chiave fantasy, l’avventura vissuta da un personaggio dell’Eneide, Evandro, sulle cui origini le notizie sono scarse e frammentarie.

Di solito, ormai, quando si sente parlare di fantasy, la mente rimanda subito a Tolkien, Brooks e tanti altri, qual è la novità e l’originalità del tuo romanzo in questo panorama?

Una delle novità potrebbe essere rappresentata dalle dimensioni. Avrai certo notato che non si tratta di un formato “mattonico”, senza nulla togliere a chi è abituato a scrivere tomi di migliaia di pagine. Secondo me si può fare un buon lavoro e produrre una storia godibile anche con testi più ermetici e essenziali. Una delle principali novità di Anuir, scherzi a parte, è rappresentata dal fatto che discutiamo di un fantasy tutto italiano. Eccezion fatta per autori come Licia Troisi, non si sente parlare, se non marginalmente, di una nutrita corrente di valenti scrittori “nostrani” che, molto spesso, restano impantanati nelle paludi della piccola editoria o, peggio ancora, di quella a pagamento, non in grado di competere con colossi come la Mondadori per cui, gli stessi autori, si trovano costretti a promuovere e vendere i loro scritti interessandosi in prima persona. Poi c’è l’utilizzo prevalente della favolistica mediterranea, coma abbiamo già detto, con un lavoro di ricerca di leggende arcaiche come quella di Chelsclan, un gigante tipico della mitologia etrusca, presente nel secondo libro della saga, “il tesoro dei druidi”.

Ci racconti un po’ la trama di Anuir, in modo da incuriosire anche i nostri lettori?

Ne “Il segreto di Halamon” Anuir è un giovane che, dopo la morte del padre adottivo, Antir, parte alla ricerca della sua vera famiglia. In questa sua ricerca è aiutato dai vaticini del druido Meriagol, il quale gli consegna una mappa e alcuni oggetti che saranno fondamentali per il suo riconoscimento. Detta così, sembrerebbe una passeggiata di salute, ma il bello sta nel fatto che, per giungere al luogo che gli ha dato i natali, il nostro Anuir dovrà affrontare un pericolosissimo viaggio e superare quelli che da tutti gli abitanti del Dinuar sono considerati insormontabili tabù, Silvestris Nexus (una selva incantata che, in realtà, è un’unica e portentosa creatura vegetale) e le Montagne d’Ombra … mi fermo qui.

All’inizio del libro c’è una cartina, che aiuta a capire i luoghi dove si svolge il romanzo, come nasce? A cosa ti sei ispirato?

La mappa è l’elemento chiave, indispensabile per ogni racconto fantasy. Risulta utile al lettore ed è fondamentale per lo scrittore. Per realizzarla sono partito da Silvestris Nexus, uno dei primi elementi paesaggistici che il lettore incontra nel corso della narrazione. Da lì, ancor prima di proseguire nel racconto, ho poi immaginato tutto ciò che poteva esserci attorno. Mi si sono quindi dischiusi, come petali di un fiore, tutti gli altri luoghi, dalla valle del Dinuar ai territori desolati, dai regni orientali fino alla piana di Harbadras. Alcuni degli elementi paesaggistici, poi, sono “nati” secondo la necessità dettata dal momento, come il Brasios, un fiume dalle origini leggendarie in virtù delle quali segue un corso tutt’altro che naturale. Altro esempio sono le Strofadi, isole fluttuanti in cui trovano rifugio le Arpie, mostri volanti tra i protagonisti di questa prima avventura. Una volta realizzata la mappa ho avuto anche dei punti di riferimento chiari per scegliere il percorso più adatto al nostro protagonista.

Hai già in mente dei sequel?

Dei sequel? Forse. Nel frattempo ho voluto fare ancora qualcosa di diverso, sono andato a ritroso e ho scritto, autopubblicandolo sul sito www.ilmiolibro.it, il citato prequel “Il tesoro dei druidi”, in cui racconto gli antefatti de “Il segreto di Halamon”, concentrando l’attenzione sui personaggi di Antir e del druido Meriagol.

Ti ringrazio per la disponibilità. Ti va di aggiungere altro?

Ci risiamo? Sono sempre io a doverti ringraziare per l’attenzione. Mi sento solo di aggiungere un invito, lo voglio rivolgere alle case editrici: sguinzagliate i vostri Talent Scout nella rete. Su Internet (escludendo me stesso, ovviamente) si possono pescare talenti che, non sfruttati, potrebbero rappresentare uno spreco imperdonabile.

Bravo Vincenzo, questa è davvero una cosa da evidenziare. Io invece aggiungo che il libro è pubblicato dalla Giraldi Editore e lo potete acquistare anche online.

Booktrailers:
“ANUIR Il segreto di Halamon” http://www.youtube.com/watch?v=P9hCNeYqiY8

“ANUIR Il tesoro dei druidi” http://www.youtube.com/watch?v=5gQnzAIPpEk

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A cura di Sara Daniele

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