Passaggi. Dalla collezione privata di Ernesto Esposito
Un’operazione culturale e sociale quella organizzata presso il museo di Arte contemporanea del Belvedere di San Leucio, con la mostra “Passaggi. Dalla collezione privata di Ernesto Esposito”, a cura di Massimo Sgroi, in programma, con ingresso libero, fino al 2 marzo (dalle ore 9 alle 18, domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, martedì chiuso). Grazie all’elegante e puntualissimo allestimento pensato ad hoc dal celebre curatore, le opere, diverse e uniche, risultano perfettamente integrate, come tessere di un delicatissimo e prestigioso mosaico, terminato dopo anni di lavoro. Ecco quindi che, nella storica location si trovano lavori di Jason Martin, Alfonso Cannavacciuolo, William Eggleston, Davide Cantoni, Simon Keenleyside, Johnson Raschid, Angelo Mosca, Vincenzo Rusciano, Domenico Antonio Mancini, Seb Patane, Manfred Pernice, Piero Golia, Jack Pierson, Anne Olofsson, Kevin Francis Grey, Ugo Rondinone, Jane And Louise Wilson, Mat Collishaw, Tim Rollins, Michelangelo Pistoletto, Vanessa Beecroft, Thomas Ruff, Reinhard Mucha, Joseph Kosuth, Andres Serrano, Gilbert & George, Ulrich Ruckreim, Alberto Tadiello, Claire Fontaine, Alberto Di Fabio, Vedova Mazzei, Marinella Senatore, Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Daniel Buren, Betty Bee, Scott King, Luc Fowler e Gianni Molaro, il celebre couturier è presente all’interno dell’esposizione con un’opera tratta da “Tunnel of love”, «un abito che si serve del corpo della modella per raccontarsi e prendere vita, per lasciarsi ammirare e godere, un’installazione che muta costantemente come noi, come la società, come il mondo e chi la guarda, diverso ogni volta». Una caleidoscopica miscellanea che si presenta vibrante e avvolgente agli occhi di chi l’ammira, proprio come Esposito, un uomo che prima di dare un nome alla sua brama, vestiva con pezzi retrò comprati a Resina e calzava scarpe fatte da un artigiano di piazza Vittoria, un uomo che ha lavorato e continua a lavorare per soddisfare la sua passione: il collezionismo di arte contemporanea. «Dopo Lucio (Amelio, ndr) altre figure fantastiche e interessanti sono entrate nella mia vita permettendomi di costruire una collezione d’arte che -afferma Esposito- rappresenta una traccia tangibile del “passaggio” di tanti artisti che hanno trovato nella mia città e in molti galleristi una disponibilità differente. Da qui il titolo della mostra». Un’opportunità di bellezza e conoscenza fruibile attraverso l’opera d’arte impreziosita da una nuova e interessante chiave di lettura, «perché -spiega Sgroi- paradossalmente è più facile spiegare l’arte contemporanea che Caravaggio: di questi artisti noi siamo contemporanei, ne conosciamo e ne possiamo comprendere i tumulti interiori, di Caravaggio no». Un viaggio non solo attraverso l’arte ma attraverso la storia, perché «in un paesaggio contemporaneo così caratterizzato dalle presenze virtuali, il passaggio fisico resta però un evento non solo capace di lasciare tracce e ricordi, ma anche di modificare le coscienze e di formare la popolazione ospitante. Il passaggio -come sostiene Enzo Battarra- è uno scambio umano e di conseguenza è uno scambio culturale e artistico». Resa possibile grazie al contributo di alcuni straordinari e generosi partner, tra cui il gruppo Funari, l’Ordine degli Architetti di Caserta, il broker assicurativo Unicover, la mostra, che si arricchisce di un accurato catalogo con i testi di Battarra, Esposito e Sgroi, è una meravigliosa full immersion nella storia e nell’arte, in ciò che l’uomo è e crea, un presente che racchiude in sé passato e futuro, sintesi e sublimazione del momento e, in quanto tale, deve esser vis(su)ta.
A cura di Rosaria Morra