Causa pandemia: “Napoli Fashion Week” rinvia a primavera l’evento
Anche l’organizzazione Napoli Fashion Week pilotata dal patron e art director Alessandro Di Laurenzio rimanda l’evento che era in calendario sul finire di gennaio al castel dell’Ovo per motivi di sicurezza dovuti alla pandemia .
Spiega il Patron Alessandro Di Laurenzio che una manifestazione di moda di grande spessore non solo per la città ma anche per l’intero sud , non può ignorare il rischio pandemico che si riflette negativamente su un evento cosi importante . Troppe le misure di sicurezza che impediscono una partecipazione serena che ha come obiettivo l’immagine e lo stile che la vestono come un evento da vivere all’insegna di un opportunità che mostra principalmente le creazioni made in sud .
Limitarla e non farla vivere in piena luce , sarebbe stato come togliere voce alla rinascita del polo moda che si è creato . Oltretutto anche i grandi della moda cautelativamente hanno rinunciato alla fashion week di Milano spiegando in parte le motivazioni che abbiamo citato precedentemente . Ricordiamo tra questi Armani , Brunello Cuccinelli, Ann Demeulemeester, La maison JW Anderson e altri ancora. “Il progetto che volevamo, con gli stilisti hairstyle makeup artist e tutta la parte organizzativa , tutti uniti da un grande entusiasmo, era una festa di moda, musica, spettacolo e socializzazione, dove le persone e le loro interazioni erano parte integrante dello spettacolo – ha spiegato alla fonte, Direttore Artistico e Comunicazione dell’evento . – Nelle scorse settimane abbiamo cercato di adattare questo format alla mutata situazione, garantendo la massima sicurezza a tutti coloro che erano coinvolti nella produzione, ma gradualmente il progetto si è svuotato della sua sostanza e non era più possibile mantenerne lo spirito originario”. Decisioni drastiche che, per quanto necessarie (parola su cui alcuni addetti ai lavori, probabilmente, obietteranno), mettono volente o nolente a rischio la longevità di un progetto che Napoli si è resa promotrice in assoluto delle case di moda più piccole e di tutti i brand emergenti che di sola “digitalizzazione” non possono vivere. Perché se c’è una cosa che avevamo imparato, proprio dopo la prima e seconda ondata di coronavirus, è che per quanto sfidante sia stato confrontarsi con idee alternative alla sfilata classica (il puppet show di Moschino ce lo ricordiamo, vero? E il cortometraggio Dior firmato dal regista Matteo Garrone anche?), c’è uno dei cinque sensi di cui la moda ha fortemente bisogno per trasmetterci la sua essenza.È il tatto, l’atto stesso del toccare, del lasciar fluire liberamente una mano su tessuti, bottoni, pellami. L’attimo in cui un abito si arrende alle percezioni soggettive di chi lo sfiora e al vissuto esperienziale di chi lo racconterà. E questi, onestamente, chissà se il post-pandemia ce li restituirà mai più.La Napoli Fashion Week rimanda alla primavera di Marzo 2022 l’edizione che doveva svolgersi a gennaio , fissando un appuntamento di fine mese (Gennaio) per presentare l’edizione 2022 con il calendario dedicato alle location più suggestive di Napoli animate dalla testimonial Fatimarosa Di Fiore