Piazze rosa il 13 febbraio: le donne scendono in campo
Lo slogan “Se non ora, quando?” comunica tutto: la stanchezza di un’attesa che non promette sviluppi, la voglia di agire e di muoversi per raggiungere i propri obiettivi, lo stato di necessità; basta, le donne sono stufe. Stufe di vedere la loro dignità infangata, il loro orgoglio incrinato, le loro possibilità lavorative ristrette, di molto inferiori rispetto a quelle degli uomini (su due donne che cercano un impiego, una non riesce a trovarlo), e sempre più spesso relegate ai vecchi ruoli di passività sociale e civile.
Una mobilitazione nazionale che coinvolge tutte le esponenti del cosiddetto “sesso debole”, che vuole rivendicare proprio la sua forza, attraverso donne che si occupano dell’economia domestica e del nucleo familiare, ma non solo: donne in carriera, donne che lavorano e contribuiscono a mantenere figli e, in taluni casi, persino mariti, o che studiano e si sacrificano per lavorare, e guadagnarsi la propria indipendenza. “Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale offerta da giornali, televisioni, pubblicità”. Una situazione non più tollerabile.
Una manifestazione che coinvolge non solo le donne, ma anche coloro che le sostengono , e che riconoscono e apprezzano il loro vero valore, ben lontano da quello continuamente sbandierato e promosso dai media e non solo. I recenti avvenimenti sulla scena politica, la televisione, le pubblicità, le riviste, tutto oggi pare riportare la donna alla vecchia e (si sperava) sorpassata condizione di “oggetto”, legittimando “comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni”, dicono le organizzatrici della mobilitazione. “Per non dover più tollerare” dicono ancora le promotrici, “una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici”.
È un appello ad una giornata di mobilitazione nazionale delle donne, quello lanciato, tra le altre persone, anche da esponenti del mondo della cultura e volti noti del mondo dello spettacolo come l’editrice Inge Feltrinelli, il direttore del Secolo d’Italia Flavia Perina, le attrici Margherita Buy e Angela Finocchiaro e molte altre, ma anche il regista Michele Salvatores, Michele Placido e altre personalità maschili.
Donne, ma anche uomini, uniti e solidali nelle piazze di moltissime città italiane (tra cui Milano, Firenze, Pisa, Roma, Salerno e ovviamente Napoli, il cui punto di concentramento sarà in Piazza Matteotti, alle ore 10) e non (solidali saranno infatti le piazze di Bruxelles, Barcellona, Tokyo e altre città); tutti associati per esprimere un unico, semplice, essenziale messaggio: così, non va.
A Cura di Germana de Angelis