“Madrid tra movida e cultura”
Chi va a Madrid…deve tornarci…presto o tardi,ma deve farlo.E’ più che una “voglia”,un “bisogno”…quasi una “necessità”,scaturita dal fatto che,chiunque la includa nel proprio itinerario di vita,ci lascia qualcosa di sè. Chi il cuore,chi la mente,chi i desideri,tra cui,spesso,quello di farla propria. Madrid è viva,e infonde la propria vitalità a chiunque vi entri in contatto. La maggior parte delle volte è giusto fuggire dai “luoghi comuni”,prenderli come tali e non dargli particolare importanza…forse uno dei pochi casi in cui un a “luogo comune” può essere concesso il lusso di sussistere è nel caso della concezione che noi,italiani in particolare,abbiamo del popolo spagnolo…”solari,allegri,ospitali”…è esattamente così(magari qualche spagnolo antipatico esiste,ma io non ne ho mai conosciuti!),girando per la Gran Via,per Plaza Mayor o Puerta del Sol ci si sente a proprio agio e questo diventa uno dei motivi alla base della sindrome del “nonvogliotornareacasa!”… . Ma prima di parlare del “rientro” occorrerebbe parlare del “come arrivare” nella capitale spagnola.
Il mezzo piu’ rapido,pratico e,grazie alle numerose compagnie low-cost,spesso economico è sicuramente l’aereo,l’aeroporto di Barajas serve la città,dista da quest’ultima circa 12km e al proprio interno ospita la stazione della metropolitana,che,tramite la linea 8,porta direttamente in centro. Molto più stressante,ma con un fascino tutto suo è il viaggio “on the road”,raggiungere Madrid in auto(o addirittura in moto)consente di visitare i luoghi più belli d’Italia,Francia e Spagna. Partendo da Roma:980km,20 ore e 250€ tra pedaggi e spese varie…forse il fascino dell'”on the road” lo lasciamo alla “Route 66”!. Altro modo per giungere nella patria della “movida” è il treno,anche in questo caso le spese diventerebbero però ecessive,soprattutto se rapportate con la qualità del viaggio che,a causa della mancanza di collegamenti diretti,potrebbe arrivare a durare anche 32 ore(poi altro che movida,ci vorrebbero un paio di giorni solo per riprendersi!). I documenti di cui munirsi per il viaggio,si limitano alla carta d’identità valida per l’espatrio,e al modello E111 per la copertura sanitaria.
Il modo piu’ intelligente di muoversi per la città è sicuramente “El Metro”…la metropolitana,una tra le più efficienti d’Europa con le sue 12 linee. Economicamente conviene optare per il così detto “Abono turìsticos”,tale abbonamento puo’ valere 1,2,3,5 o 7 giorni,i prezzi vanno da 3,50€ a 18,40€,e permette di viaggiare senza pensieri. La metropolitana è attiva dalle 6:00 alle 2:00. Per quanto riguarda gli autobus questi sono in servizio dalle 6:00 alle 23:00,con corse ogni 10-15 minuti. Esiste un servizio notturno (i sosi’ detti Bùhos)la cui frequenza delle corse è molto ridotta. Occorre sapere che il conducente dell’autobus si fermera’ qualora voi glielo facciate capire,magari agitando una mano e che per scendere è obbligatorio “chiamare” la propria fermata con gli appositi campanelli…nel caso in cui dimenticaste di utilizzare uno di questi due accorgimenti,o rimarrete alla fermata di partenza,o non arriverete mai a quella di destinazione!. Un modo “curioso” per spostarsi,anche se su una breve distanza,potrebbe essere la “Teleferica” che unisce “Rosales” e la “Casa del Campo”,due parchi cittadini. Il percorso è di 2,5km ad un’altezza di 40m dal suolo,e con 4,65€ viene data la possibilità di vedere una parte di Madrid sicuramente da un’altra prospettiva!.
Agli “abono turìsticos” potrebbe essere affiancato l’acquisto della “Madrid card” una sorta di “passe-por-tout” per la città,questa carta magnetica,da la possibilità di godere di numerosi sconti e convenzioni con circa 40 musei e centinaia tra negozi e ristoranti. La “Madrid card” può avere la valenza di 1 giorno(45€), 2 giorni(58€) e 3 giorni(72€).
Chi sceglie Madrid come meta del proprio viaggio,sta partendo contemporaneamente per una delle città d’arte maggiori d’Europa,e per la “culla” della già citata “movida”…con la fine della dittatura Franchista,la capitale spagnola si è risvegliata da un lungo sonno,e forse ora fatica a riaddormentarsi…il giorno e la notte sembrano rincorrersi più velocemente che in qualsiasi altro luogo,e nessuno dei due esclude l’altro,convivono,coesistono senza linee di demarcazione nette,senza limiti. Ma come detto Madrid è anche sede di alcuni tra i musei più importanti al mondo: il “Prado”,in primis ovviamente,secondo come numero di visitatori solo al Louvre,racchiude in sè opere che portano firme più che prestigiose,da Goya(non si può non ammirare il senso di provocazione che si manifesta guardando la “Maya Desnuda” e la “Maya vestida”),a Velazquez(e i suoi “giochi di specchi” che trovano la massima espressione ne “Las Meninas” capace di catturare quasi come un rebus!) passando per Caravaggio e Botticelli. In secondo luogo,il centro d’arte Reina Sofia che conserva al proprio interno opere che vanno dal ‘900 ad oggi,centrali ovviamente tre figure del panorama pittorico spagnolo:Picasso,Miro’ e Dali’. Dal cubismo,all’astrattismo fino ad arrivare al surrealismo,si rischia di perdersi. Fiore all’occhiello dell’esposizione permanente è ovviamente la “Guernica” di Picasso che si mostra in tutti i suoi 3,50m di splendore…il rischio di venire colpiti dalla “sindrome di Sthendal” è molto alto!. Infine merita più che una citazione non un museo ma una delle collezioni private aperte al pubblico più prestigiose del mondo,quelle dei Thyssen-Bornemisza che vanta opere,tra gli altri,di Rubens,Caravaggio,Van Gogh,Degas,Cèzanne e Gauguin.
Dopo aver fatto davvero i turisti in “giro per musei”(si che ne vale la pena!,anche se magari i tempi di attesa potrebbero essere lunghi!),si potrebbe pensare di “vivere” un pò questa città,attraverso le sue vie,le sue piazze… . Sono due in realtà le piazze principali di Madrid,o meglio,sono due le piazze a “contendersi” questo ruolo:da una parte “Porta del Sol”,antico ingresso orientale della città,rappresenta il “km 0”,il punto da cui si prendono le distanze per qualsiasi altro luogo della città. Ci sono in questa piazza due simboli emblema di Madrid,la statua dell’orso che addenta un “madrono” e la “Casa del Correos”,dove è presente l’orologio protagonista della notte di San Silverstro madrilena,conosciuta nel mondo grazie al rito delle “Campanadas”:poco prima della mezzanotte,viene fatto scendere un carillon all’interno dell’orologio e vengono fatte suonare prima i “cuartos”(i quattro doppi rintocchi),e poi per l’appunto le “campanadas”,un rintocco ogni tre secondi,e ad ogni rintocco si mangia un chicco d’uva,per buon augurio. Dall’altra parte troviamo invece “Plaza Mayor” estremamente scenografica,quasi teatrale,al centro è eretta la statua di Filippo III ed è letteralmente circondata da palazzi,per un totale di 237 balconi che si affacciano al suo interno. Il palazzo più importnate è la “Casa de la Panaderìa”,riconoscibile grazie agli afferschi rappresentanti l’allegoria dello zodiaco. Plaza Mayor vive nei suoi porticati,negli artisti di strada che la animano,nei madrileni stessi che ne fanno “punto di ritrovo”. Altre piazze care ai madrileni sono la “Plaza de Cibeles”,che sorge lungo l’animata “Calle de Alcala’”,con la sua statua della Sibilla,la “Plaza de Espana”(posta all’inizio della Gran Via,arteria centrale e luogo sacro dello shopping!),dove troviamo le statua di Cervantes che anticipa quelle dei suoi due personaggi “Don Chisciotte” e “Sancho Panza”,ed infine “Plaza de Toros” con l’arena sede della celebre Corrida.
Dopo tutto questo girovagare,sicuramente la fame comincerà a farsi sentire,allora o si ricorre al sempre buonissimo “jamon y queso” (prosciutto e formaggio),oppure ci si potrebbe imbattere nella vera e propria cucina madrilena,che fin dalle proprie origini è stata una commistione tra sapori popolari e quelli della corte reale che qui si trasferì nel 1561. Anche se forse,la cosa più tradizionale che si potrebbe mangiare(a parte il cocido,una zuppa con patate,verdure,carne e ceci probabilmente di origine ebrea) sono le “tapas”,questo termine non ha una reale corrispondenza con l’italiano,potrebbe essere avvicinato al significato di “stuzzichini”,da accompagnare con una “cana”(1/4 litro)o una “pinta”(1/2 litro) di “cerveza”(la birra). Andare in giro per “Tapas bar” o “Cervezerie” è un qualcosa di così radicato all’interno della quotidianità madrilena che è indicato da un verbo vero e proprio “Tapear”!. E se si è golosi,non si puo’ andare via da Madrid senza aver assaggiato i churros:pastella fritta zuccherata da accompgnare a della cioccolata calda.
Dopo questo breve break gastronomico,ci si potrebbe sentire pronti a riaffrontare la cultura,magari facendo una visita al “Palacio Real”,passando prima attraverso la “Plaza de L’armeria”,per poi,all’interno,attraversare il “Salone dei banchetti”,la “Sala della porcellana”,la “Sala del trono” e le “Sale Gasperini”. Il Palazzo Reale,sorge sulle rovine dell’antico Alcàzar struttura difensiva del IX secolo,distrutta nell’incendio del 1734. Vicino al Palazzo Reale,sorge la Cattedrale di Almudena,iniziata più di un secolo fa e consacrata solo negli anni ’90,al suo interno sono conservate le reliquie si San Isidro,protettore della città.
Uno dei posti più belli di Madrid,in cui forse ci si vorrebbe perdere per non dover più fare i conti con la vita reale,è quello che viene considerato il “polmone verde” della città,”El Parque del buen retiro”. La prima cosa che colpisce quando lo si vede per la prima volta è la vastità di questo luogo,lascia spiazzati,quasi non ce lo si aspetta,una volta dentro poi,si è convinti di far parte di un altro mondo,che il caos della metropoli sia lontano anni luce…è una sorta di “circo a cielo aperto”,piano di colori,di persone,di artisti che non perdono l’occasione di potersi esibire su di un “palco” del genere…per chi poi,si sente preso dallo spirito romantico,c’è anche la possibilità di fittare una piccola barca a remi e gironzolare nel laghetto artificiale. Due sono le cose che attirano particolarmente l’attenzione all’interno di questo parco:il “Palazzo di Cristallo”,risale al 1887 una volta era utilizzato per l’esposizione di piante e animali esotici provenienti dalle Filippine,oggi per l’esposizione di opere di arte contemporanea,e la “Fontana dell’angelo caduto” di Ricardo Bellver rappresentante Lucifero abbandonato su di una roccia che urla la propria frustazione al cielo,tema che sembra un po’ contrastare con tutto ciò che c’è intorno…ma non c’è nessuna novità,Madrid è soprattutto contraddizione!.
E parlando di contraddizioni,varietà,colori e stravaganza,non si può non parlare del “barrio de Chueca”(il quartiere di Chueca),fin dagli anni ’80,sempre sull’onda del “delirio” post-franchista,culla e anima della vera movida madrilena. Chueca è un pò la “Soho” di Madrid,allo stesso modo del “collega” londinese,anche questo quartiere vine indicato come “il quartiere gay”,ed effettivamente lo è,anzi,è proprio grazie alla comunità omosessuale che il barrio è stato riportato alla luce e rivalutato. All’interno di Chueca è tutto “diverso” è tutto “alternativo”,o meglio,c’è un’alternativa a tutto!,anche al solito centro commerciale e il “Mercato del Fuencarral” ne è la prova:qui è possibile fare shopping a suon di musiche techno o etniche,è possibile comprare abiti da stilisti alle prime armi e gettarsi nella stravaganza. Ma la vera anima di Chueca la si trova nel “Burger-Cafeterìa” dove a pochi tavoli di distanza puoi trovare seduti una trans,una mamma con il figlio e un artista di strada che ha appena finito la propria esibizione!.
Altro luogo da visitare per poter dire di aver vissuto veramente Madrid è il merdato di “El Rastro”,l’antico mercatino delle pulci,in cui si può trovare davvero di tutto…o si potrebbe perdere tutto!…tutte le guide infatti raccomandano di stare ben attenti ai borseggiatori,e in effetti è un accorgimento che è bene seguire,anche se questo non deve essere un deterrente per non partecipare ad uno degli eventi che più caratterizzano la vita dei madrileni.
Madrid è tutto questo,ma anche altro…è il giorno e la notte,ma non conosce tramonto…quel breve momento in cui le fatiche della giornata dovrebbero essere messe da parte,magari aiutandosi con il sonno,lì si preferisce “esorcizzarle” con la musica,con il ballo,con il canto…con tapas e cerveza fredda,perchè no!…Ormai a Madrid più che di movida si parla di “marcha”…cioè di volersi sentire vivi,in movimento,in cambiamento…sempre!…io non so quando ci tornerò…ma prima o poi,so che passeggerò di nuovo per la Gran Via…perchè chi va a Madrid,poi ci ritorna!.
A cura di Liliana Squillacciotti