A Dublino per la festa di San Patrizio
Dal 17 al 20 marzo in tutta l’Irlanda si festeggia il Santo Patrono, San Patrizio. Dublino accoglie le celebrazioni più fastose e più festosel St. Patrick’s Day, la festa di San Patrizio, patrono dell’Irlanda, è la festa più amata dagli abitanti dell’isola di smeraldo. Il giorno cade il 17 marzo, ma i festeggiamenti durano fino al 20. Per cinque giorni e cinque notti, infatti, l’Irlanda è in fermento fra sfilate, fuochi d’artificio e, naturalmente, fiumi di Guinness. La ricorrenza si celebra indossando un indumento verde con un trifoglio, simbolo dell’Irlanda, appuntato al petto e bevendo una pinta di birra verde, tipica di questa occasione.Ogni anno migliaia di visitatori accorrono a Dublino per le celebrazioni: la grande sfilata da Parnell Square a Dame Steet offre due ore di puro divertimento all’insegna di spettacoli di strada, bande musicali e ballerini provenienti da tutto il mondo. Quest’anno il tema è Dublin City of Literature secondo la recente designazione dell’Unesco che vede la parata ispirata alla novella Brilliant dello scrittore contemporaneo Roddy Doyle.Teatro di strada, parate di maschere, cori e fanfare in competizione fra loro anche per il St Patrick’s Festival di Cork, nel sud dell’isola, e a Limerick, sulla costa ovest, con la St Patrick’s Parade.Nell’Irlanda del Nord, terra eletta di San Patrizio, celebrazioni di grande coinvolgimento nella medievale Downpatrick dove, oltre alla possibilità di rendere omaggio alla tomba del Santo, è stato aperto di recente il St. Patrick Centre. Da qui è possibile intraprendere, tutto l’anno, il “Saint Patrick’s Trail”, un itinerario attraverso le contee di Armagh e Down, con oltre 30 siti strettamente collegati al Santo più famoso d’Irlanda e all’affascinante passato religioso e culturale dell’isola.La festa di San Patrizio è celebrata anche nel resto del mondo dove esistono comunità di irlandesi. Tra le città che la festeggiano in modo coinvolgente ci sono Chicago, che ringe di verde i canali della città, e New York.
A cura di Elena Miele