Violenza sulle donne: APEI chiede alle istituzioni un’Unità pedagogica scolastica
L’APEI (Associazione Pedagogisti Educatori Italiani) è da sempre molto attenta ai bisogni educativi di tutti e di ciascuno, a partire dalla comunità scolastica e non resta ferma di fronte a richieste di interventi sempre più numerosi. Il modello sociale a cui far fronte oggi è pieno di orientamenti di valore diversificati, in cui si articolano contraddittorie condotte di stili di vita che generano sconforto e smarrimento. I nostri bambini e adolescenti hanno difficoltà relazionali e se non aiutati anche attraverso un’educazione ai sentimenti rischiano seriamente di soffrire di solitudine. In questo scenario si assiste sempre di più a condotte di aggressività e comportamenti inadeguati che sfociano non di rado in difficoltà nel relazionarsi adeguatamente e, quindi, in età adulta ad agire in modo lesivo nei confronti dell’altro come ad esempio esercitare violenza di genere. Per questa ragione la presidentessa APEI della Regione Campania, Valeria Della Porta, ha organizzato un convegno in cui le voci delle pedagogiste si sono confrontate e hanno affrontato la questione sulla violenza delle donne con delle proposte pedagogiche da presentare alle istituzioni affinché possa concretizzarsi una legge che regolamenti l’apertura di unità di pedagogia scolastica all’interno delle scuole di ogni ordine e grado formata da un pedagogista e due educatori. Nell’incontro che si è svolto online le pedagogiste Natasha Cilio, Annamaria Barbieri e Natascia Caccavale hanno illustrato l’importanza, l’efficacia, l’efficienza e la necessità dell’unità pedagogica scolastica. L’esperto pedagogico è garante del patto di corresponsabilità sancito dalla scuola e dai genitori ad ogni inizio ciclo di istruzione, crea ponti di dialogo tra la scuola-famiglia utilizza strategie e metodi propri per contribuire al benessere sociale degli alunni, ma anche a quello di consulenza e sostegno ai docenti e a tutto il personale scuola. Osservando pedagogicamente le potenzialità e non le difficoltà, offre strumenti e risorse innovative attraverso interventi preventivi a comportamenti a rischio senza medicalizzazione. Crea spazio e tempo in cui accogliere la persona a promuovere il benessere personale con attenzione ai naturali luoghi di vita dell’alunno. Si occupa di orientamento scolastico e formativo, sostegno educativo alla genitorialità e agli alunni con disturbi specifici di apprendimento e disabilità, bullismo e cyber bullismo. L’educazione emotivo-sentimentale fa comprendere il rispetto dell’altro, alimentando l’intelligenza emotiva, che può essere sviluppata con interventi mirati. All’incontro è intervenuto il Consigliere regionale Vincenzo Ciampi del Movimento 5 stelle, che ha invitato attraverso un comunicato stampa, la Regione Campania a coinvolgere i pedagogisti e gli educatori socio-pedagogici nella scuola. Ciampi ha dichiarato: “Il loro apporto è irrinunciabile in questa fase storica” “I drammatici casi di femminicidio che sempre più frequentemente registriamo nel nostro Paese devono spingere le istituzioni all’azione. In Parlamento da tempo chiediamo l’introduzione in maniera strutturale e continuativa di ore di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, come previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unesco. A livello regionale la proposta avanzata da APEI Campania di approvare una legge che regolamenti l’apertura di un’unità di pedagogia scolastica all’interno delle scuole va nella stessa direzione. In Consiglio, da oltre due anni, è ferma in commissione una proposta di legge ad hoc e l’emergenza che stiamo vivendo impone di riprenderne l’iter e potenziare il quadro normativo”. “Purtroppo, la giunta ha dimostrato fino ad oggi di avere poca o nessuna attenzione nei confronti dei pedagogisti e degli educatori professionali socio-pedagogici, figure professionali che la normativa regionale non ha ancora riconosciuto, sia con riguardo al sistema degli accreditamenti e delle autorizzazioni delle strutture sociali, sia rispetto all’aggiornamento dei cataloghi delle professioni educative. Auspico un repentino cambio di passo da parte dell’amministrazione regionale – conclude Ciampi – perché l’apporto degli specialisti dell’educazione e della formazione, accanto a psicologi e docenti, è irrinunciabile in questa fase storica in cui è emersa la grave arretratezza del sistema in materia di educazione relazionale ed affettiva”. Interesse per la proposta dei pedagogisti è stato mostrato anche da Daniela Puzone presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Mugnano di Napoli. Alla luce di quanto dichiarato da chi occupa i gradini più alti noi come APEI siamo certi che la nostra richiesta non resterà inascoltata afferma Valeria Della Porta e aggiunge: cogliere questi segnali prima che diventino un punto di non ritorno è compito dell’educazione e noi che siamo specialisti non resteremo più in silenzio fronte all’indifferenza di chi non vuole vedere.