IL CASO. Scuola, i dirigenti scolastici fuori regione Nazario Malandrino e Nicola Ingenito: “Valorizzare il merito per il rientro in Campania”
di Antonio Parrella:
Fari puntati sulla Scuola. Importante riflessione dei dirigenti scolastici fuori regione, proff. Nazario Malandrino (Dirigente scolastico presso l’istituto comprensivo “Sant’Elia Fiumerapido” di Frosinone) e Nicola Ingenito (Dirigente scolastico presso l’istituto comprensivo “Leone Caetani” di Cisterna di Latina).
Una riflessione profonda ed attualissima, che vede coinvolti numerosi capi di istituti di origine campana, che, da anni, prestano servizio fuori Regione e che aspirano a rientrare in Campania per avvicinarsi ai loro affetti familiari.
“28 luglio 2024: a volte una data ed il suo significato storico possono aiutare a guardare agli eventi con occhio differente occhio differente”. Sono le parole dei presidi Nazario Malandrino e Nicola Ingenito
“In questo 28 luglio di 110 anni dopo – dicono i due dirigenti – ci viene in mente l’impegno che avrebbe dovuto mettere ciascuna nazione e i governanti, nell’impedire un’escalation che avrebbe coinvolto popolazioni intere, senza che esse potessero prender parte in alcun modo a quelle decisioni fatali. L’impegno a bonificare giacimenti di odio e costruire possibilità di affermazione dei diritti e prospettive di speranza. Oggi, in tutt’altro contesto e sicuramente molto meno importante per la vita sociale e civile di un paese, viene da chiedersi che interesse abbia il legislatore ad acuire il conflitto sociale e a moltiplicare le diseguaglianze e le ingiustizie”.
“Un caso è la Scuola – dice Malandrino – dove si leva in piena estate la protesta degli insegnanti di sostegno specializzati contro i privilegi ingiusti e ingiustificati, “quasi un condono”, rappresentato dai nuovi corsi abilitanti previsti dal decreto Scuola approvato al Senato la settimana scorsa: percorsi abbreviati, on line e senza selezione all’ingresso, che di fatto vengono equiparati a corsi più lunghi e impegnativi come il TFA (per non citare le vecchie SSIS, di cui solo i partecipanti di allora ricordano l’esistenza e l’impegno biennale richiesto, fatto di tante prove ed esami!). D’altronde l’Outlet della scuola era già iniziato a primavera, quando un corso abilitante di 2 mesi ha regalato 36 punti pari a 3 anni di servizio a fronte di un esborso di 2000 euro. Un corso di 2 mesi conta quanto 3 dottorati di ricerca!”
“O ancora la settimana scorsa – continua il dirigente scolastico Malandrino – quando un corso intensivo on line di un mese, senza valutazione finale, dal costo di 1500 euro oltre alla tassa iniziale di 350 euro, ha consentito a 2000 docenti, che certo premevano da 5 anni, di affacciarsi alla Dirigenza scolastica e occupare Uffici di Presidenza a partire da settembre 2024. Entreranno tutti i 2000 aspiranti (più eventuali ricorrenti che certamente si aggiungeranno) fino ad esaurimento di una graduatoria che si costituirà ad agosto, non senza qualche sorpresa estiva data, anche qui, dall’ingiusta equiparazione, dall’aver fatto forse parti eguali tra diseguali: tra chi aveva superato gli scritti nel 2019 e ha dovuto affrontare ora degli orali non “semplicemente”, e chi non avendo titoli a partecipare al quizzettone di 100 domande del 6 maggio scorso alla Fiera (dell’Est) di Roma, ma con qualche ricorso in adiuvandum in saccoccia, si infila tra le pieghe della disorganizzazione”.
“Anche qui – spiega il dirigente Ingenito – tanto contenzioso all’orizzonte: centinaia gli “inaspettati” per i quali non c’erano pc e banchi ovviamente, né pare abbastanza sorveglianti, per tanti ma tanti infilatisi in un percorso “riservato” ad altri – facendo imbarazzare anche chi invocava in questi anni maggiore Trasparenza. Trasparenza, questa sconosciuta nella Scuola italiana. Ovviamente a protestare, ora, sono anche quelli che si vedono scippare sotto il naso i posti dei Concorsi regionali a Dirigente 2023, e magari tra questi ci sono pure i ricorrenti del 2019, che, nel frattempo, hanno giustamente continuato a studiare per presentarsi ad una prova di certo rivelatasi un pochino più selettiva dell’altra pure a maggio (passava il 7% a fronte di un 90% del concorso riservato a chi poteva dimostrare di aver fatto un ricorso prima di febbraio 2023)”.
“Ovviamente – aggiunge Ingenito – anche questi candidati dei concorsi regionali chiedono di abbattere gli ingiusti privilegi e consentire anche a loro un corso “snellito” per poter semplicemente occupare, anche loro, i propri Uffici di Presidenza a partire da settembre 2024. Sono preoccupati questi candidati che già vantano diritti, da questa ennesima graduatoria “ad esaurimento”, che li condanna a contendere con altri, e per anni, la già risicata quota di posti per le immissioni. “Risicata” perché, nel frattempo, l’applicazione del piano di riorganizzazione della rete scolastica, frutto della riforma PNRR del dimensionamento, riduce di molto il numero di questi Uffici di Presidenza, determinando in ogni regione un fenomeno inedito nella storia della Repubblica: i Dirigenti Scolastici Perdenti Posto! Poi ovviamente protestano i Dirigenti scolastici da anni Fuori Regione, per i quali fare 2 (due) procedure di reclutamento contemporanee, e soprattutto in regioni già sature e falcidiate da un dimensionamento selvaggio, appare una Follia Amministrativa”.
“Follia e ingiusto privilegio – chiosa Malandrino – anche qui accompagnati dal palese sprezzo del Merito di chi ha superato con successo e regolari valutazioni le prove concorsuali (nel 2019 o anche nel 2011) e lavora lontano da casa da 5 anni, se non 10 anni in alcuni casi. Vincitori e lavoratori che oggi si vedono stravolgere sequenze e diritti previsti nel Testo Unico del Pubblico Impiego da un “semplice” codicillo: un codicillo del decreto scuola che sacrifica il diritto alla mobilità per immettere chi, per ricorso, ha oggi diritto ad essere inserito nella graduatoria ad esaurimento di un concorso celebratosi 13 anni fa. Un codicillo del decreto scuola che sacrifica il diritto alla mobilità anche per reinserire altri dirigenti ancora che, con riserva, erano arrivati agli Uffici di Presidenza, svolgendo poi il ruolo anche egregiamente, per esser poi licenziati per sentenza e poi riassunti per politica in altre regioni in questi giorni. Sacrosanto! ma non proprio “semplice” da realizzare, senza scassare la macchina Scuola almeno, perché quando non inserito e integrato in un sistema quello che viene chiamato diritto ritorna privilegio e certo non si possono liquidare le immancabili proteste e denunce con un fiero e anacronistico “Me ne Frego”! Non si capisce nulla nel caos di quest’estate 2024 dai “percorsi snelli”: semplici corsetti che determinano ingiusti privilegi e sfacelo del sistema di reclutamento, che beninteso già fa acqua di suo”.
“Ovviamente – precisa Malandrino – non troveremo nessun politico che dice “Io sto con i Dirigenti scolastici, con il merito, il lavoro e i sacrifici”: i Presidi sono una conventicola che non interessa a nessuno e anche un pochino odiata; invece troviamo facilmente sui social “Io sto con i Tassisti e il sacrificio di lavoro e soldi per le loro licenze” licenze minacciate prima dalle liberalizzazioni e ora dalle multinazionali. Ancora figli e figliastri nel nostro paese, e ben più grave tra i Servitori dello Stato: ben più grave perché se è vero che non è nella natura del Dirigente scolastico darsi a proteste e schiamazzi, è pur vero che il livore serpeggia tra le chat e negli articoli dei giornali di settore, alimentando odio reciproco per le varie gabbie di appartenenza che il legislatore ha cristallizzato: riservisti, oralisti, caducati, con sentenza, con ricorso pendente, ordinari, straordinari, fuorisede, riavvicinati, assegnati e chi più ne ha più ne metta! Tra questi i più sfortunati, lasciatemelo dire, i fuori sede campani 2011 e 2019: costretti a lasciare le proprie famiglie pur Vincitori (vincitori pleno iure, sia detto!) perché la Campania non disponeva più dei posti messi a bando. Questi dirigenti immobilizzati non hanno nemmeno diritto alla costanza nella speranza, come la chiamava il filosofo Enzo Paci, perchè da ormai 2 (due) anni non possono nemmeno più “semplicemente” compilare domanda di mobilità, anche solo per CHIEDERE di rientrare, perché l’ufficio scolastico regionale nemmeno ne aggiorna più la modulistica, in quanto regione dichiarata “totalmente SATURA”. Certo la Campania è regione “diversamente” satura, verrebbe da precisare, visto che comunque l’inverno scorso 34 posti da mettere a bando regionale sono stati trovati e certificati dal MEF!”.
“Non rientreranno mai più gli uomini e donne dirigenti campani immobilizzati fuori regione, resteranno in questo limbo da emigranti e pendolari per sempre – sottolineano Malandrino ed Ingenito – finché un Principe azzurro non venga a risvegliare anche loro con un Bacio di Vero Amore o di Ingiusto Privilegio che, a questo punto, diamolo anche a loro. Il privilegio ingiusto di tornare a casa, dopo anni di onorato servizio, titoli e merito nei concorsi che hanno saputo vincere. Perché sapete, ancora la Costituzione dice che si accede ai pubblici uffici per Concorso. Non per ricorso, ricordiamolo”.
“Poi – prosegue Malandrino – il Legislatore troverà tutte le soluzioni più fantasiose e creative, istituirà i docenti Vicari per supportare come promesso i dirigenti Reggenti, anzi abolirà i Reggenti, anzi darà le loro scuole ai Dirigenti del concorso Riservato, che le restituiranno ai Dirigenti del concorso Ordinario, che ne prenderanno in prestito altre, non ancora Accorpate, se i Dirigenti Perdenti Posto a loro volta potranno andare in pensione prima e se nevicherà ad agosto. In questo sfacelo, evitiamo almeno che si sedimentino ulteriori giacimenti di odio in una categoria, la Dirigenza Scolastica, che nell’ultimo periodo sembra destare un particolare accanimento del Legislatore: questi infatti sembra addirittura godere nel metterli gli uni contro gli altri, su fasce di complessità, anch’esse ingiuste, o su una valutazione del Dirigente che promette altrettante sorprese e iniquità”.
“Tornando a noi – specifica Ingenito – accorpare Scuole non determina economie tali da farci una finanziaria, ma il PNRR è categorico: è una spesa da tagliare. Le reggenze – utili a chi in altra regione almeno compensa un pochino spese di trasporto e alloggio non rimborsate con misere e sudatissime 300 euro al mese nette – consentirebbero per un anno ancora di ridurre ad un decimo la spesa improvvidamente aumentata, perché diciamolo, costa dare subito un dirigente neoimmesso ad ogni scuola: “daremo scuole ai neoimmessi anche al Sud, dove scuole per tornare a casa i dirigenti emigrati non ci sono!” Sembra di sentire Cetto la Qualunque…”.
“Allora Cetto – concludono i dirigenti scolastici Ingenito e Malandrino – almeno, per i circa 250 Dirigenti fuorisede Campani, che a loro volta bloccano il rientro di tanti altri nelle proprie regioni, la vuoi fare una Legge speciale che deroghi al dimensionamento? O blocchi le assunzioni? O anticipi il pensionamento? O almeno, Cetto,, vuoi fare qualcosa pure per tutti i presidi emigrati, una Legge dello Stato che disponga per i Dirigenti fuori regione una compensazione economica analoga a quella per la continuità docente: perché i Dirigenti fuori regione, sottratte le spese per recarsi a lavoro, percepiscono la metà dei loro colleghi, anche dei futuri neo immessi dell’ultim’ora… e questa è l’ingiustizia più grande, perché se accettiamo in silenzio da anni di fare tanti sacrifici lontano da casa, come ogni emigrante, è proprio perché alle nostre famiglie non deve mancare niente. Niente. Perché non è giusto, semplicemente”.