Grande successo di pubblico: al Parco Attianese di Pianura, per la rappresentazione, di “Cu’ Viviani”

È stato un trionfo di emozioni e di applausi la serata al Parco Attianese di Pianura, che ha ospitato lo spettacolo “Cu’ Viviani”, opera diretta dalla regista Giulia Supino e arricchita dalle coreografie del Progetto Danza di Cinzia Di Napoli. L’evento ha saputo catturare l’attenzione di un numeroso pubblico, trasportando gli spettatori in un autentico vicolo napoletano, tra monologhi intensi e suggestive rappresentazioni coreografiche.

La pièce, ispirata alle opere di Raffaele Viviani, ha saputo fondere elementi del grande drammaturgo napoletano con riferimenti culturali più ampi, arrivando a toccare anche autori come Henri Bergson. Il tema delle “morti bianche”, affrontato nella toccante “Fravecature” recitata con passione da Giorgio Pacileo, ha rappresentato uno dei momenti più intensi dello spettacolo, riuscendo a trasmettere al pubblico il dramma di chi perde la vita sul lavoro.

Fulvia Stellato ha letto con trasporto uno dei monologhi dell’autore Armando De Martino, racchiudendo il senso dell’opera nella frase: “Napoli è un torto che continua ad avere ragione”. Queste parole sono sembrate riecheggiare nell’aria del Parco Attianese, come un monito e un’ode alla resilienza della città partenopea.

Anna Basso ha interpretato con grande intensità “Bammenella”, offrendo uno spaccato sulla fragilità delle donne vittime di violenza di genere. Il suo ruolo, come vera icona della rappresentazione, ha toccato profondamente il pubblico, denunciando una piaga sociale purtroppo ancora attuale. La retorica su Napoli, spesso associata a stereotipi e luoghi comuni, è stata accantonata per lasciare spazio a una narrazione autentica, come testimoniato anche dal monologo “Lavannaré”, interpretato da Giorgio Carandente.

Uno degli aspetti più apprezzati dell’intera serata è stato l’impegno degli attori nel trasmettere un messaggio sociale e culturale, rivolgendosi in particolare ai giovani che amano il teatro e l’arte. Pacileo, infatti, non solo ha dato prova di grande passione per la recitazione, ma si è distinto anche per la sua dedizione alla formazione delle nuove generazioni di attori.

Nonostante le difficoltà logistiche, l’autore Armando De Martino ha espresso con orgoglio la volontà di offrire momenti culturali di questo calibro a Pianura, sottolineando la mancanza di spazi adeguati. “A Pianura abbiamo solo le idee e la voglia di offrire momenti come questi”, ha detto, “purtroppo non abbiamo spazi e dobbiamo proporlo all’aperto, con il rischio che possa piovere da un momento all’altro”.

La serata si è conclusa con una coreografia ispirata al terremoto, lasciando il pubblico senza fiato. Il monologo finale, “Magma”, dedicato al supervulcano dei Campi Flegrei, ha saputo collegare l’arte alla forza della natura, ricordando a tutti che Napoli è una città capace di rinascere dalle sue ceneri, proprio come un vulcano che si spegne per poi tornare a eruttare.

Un messaggio chiaro alle istituzioni e ai cittadini: non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma continuare a credere nella bellezza di un territorio che, come Pianura, ha ancora molto da offrire. E in questo contesto va fatto un plauso ai pionieri della creatività urbana, capaci di portare l’arte fuori dai teatri e di renderla fruibile a tutti.

M.O