Nico : The Velvet girl’s
Nico era una delle donne più affascinanti e misteriose della rivoluzione multimediale degli anni sessanta, e molto tempo dopo ancora . Nata il 16 ottobre 1938, a Colonia, nella Germania nazista . A due anni venne portata nella piccola città di Spreewald, alla periferia di Berlino, dove viveva insieme con la madre e il nonno, un ferroviere, dove restò fino alla metà della seconda guerra mondiale.Il padre morì in un campo di concentramento.
Fuggendo dall’ occupazione russa nel 1946, madre e figlia finirono in rovina e Christa (vero nome di Nico è Christa Päffgen) fu costretta a lavorare part-time come sarta e poi in un negozio di intimo e fu la mamma che le trovò il primo lavoro da modella.Dei primi anni di Nico se ne parla sempre molto poco si sottolinea spesso la sua partecipazione musicale con i Velvet e il suo fascino tenebroso ma nella sua vita ci sono altri incontri e partecipazioni importanti come nella Dolce Vita di Fellini alla fine degli anni ‘50 la sua fama crebbe fino a portarla nel 1960 a New York dove il cinema e la carriera l’attendeva. L’incontro con Brian Jones e gli Stones nel 1964 le fecero decidere di incidere il suo primo disco per la Immediate records “ I’m not Sayin ” di Gordon Lighfoot prodotta da Jimmy Page. Quando Nico conobbe Andy Warhol quindi, aveva già alle spalle anni di passerelle trascorsi in gran parte alla corte di Coco Chanel, alcune fugaci comparsate cinematografiche la sua vita tra Parigi, Londra, Roma, New York e Ibiza (dove aveva casa).
A Parigi si fa notare invece da Bob Dylan che le regala I’ll Keep It With Mine. “Dylan mi cantò due canzoni che mi colpirono molto – racconta Nico – poi, qualche settimana dopo, mi spedì un demo acetato con quegli stessi pezzi suonati al pianoforte. Tutto qui. […] In effetti, quando lo incontrai, Bob mi fece cambiare idea sul fatto che dovessi cantare solo torride canzoni d’amore […] Poi registrai quella di Gordon Lightfoot con Jimmy Page […] Quindi il manager di Dylan, Albert, mi comprò un biglietto aereo e mi disse che sarei dovuta andare a New York. Soltanto in America lui avrebbe potuto fare qualcosa per me. Ed è così che ho incontrato Andy di nuovo […] L’avevo già conosciuto prima a Parigi”.Barbara Rubin invitò Gerard Malanga, “ministro senza portafoglio” di Andy, ad accompagnarla al Cafè Bizzarre a vedere un gruppo che si chiamava The Velvet Underground.Fu così che avvenne … Edie, Paul Morrissey, Malanga stesso e Barbara sedettero a un paio di tavoli posti accanto al muro, davanti al gruppo e alla sua sinistra. Era un giovedì sera, metà di dicembre. Dopo la prima parte del concerto Barbara portò i Velvet al tavolo di Andy: erano giovani, vestiti di nero, timidi e tranquilli. Sapevano chi era Warhol e rimasero compiaciuti del suo interessamento e dei suoi complimenti.
Ricorda Morrissey: “La sera in cui Andy venne al Bizzarre, Gerard aveva invitato Nico che era appena arrivata in città. Avevo l’impressione che ai Velvet mancasse una cosa, una cantante solista, poiché non ritenevo che Lou avesse la personalità per mettersi in piedi davanti al gruppo e cantare. Al gruppo serviva qualcosa di stupendo che contrastasse con quella sorta di stridente bruttezza che cercavano di vendere e ciò che occorreva era la combinazione con una ragazza di assoluta bellezza collocata davanti a tutta questa decadenza. Quella stessa sera dissi senza esitare: ‘Nico, sei una cantante, hai bisogno di qualcuno che suoni dietro a te. Forse puoi cantare con questo gruppo, se vogliono lavorare con noi e prenderci come manager’”.
Il resto è storia nota, quella di un album da leggenda prodotto da Warhol in cui Nico avrebbe cantato delle canzoni scritte appositamente per lei senza intromettersi nel repertorio più o meno consolidato dei Velvet Underground (All Tomorrow’s Parties, Femme Fatale e I’ll Be Your Mirror resteranno oltretutto tra le migliori canzoni uscite dalla penna del signor Reed). Nel maggio del 1967 Nico è fuori dal gruppo ma resta ancora vicino a Andy. Recita in Chelsea Girls, un film in cui c’è tutto l’universo di Warhol: i divi e le dive della Factory, i suoi amici di sempre, le icone che hanno reso il suo immaginario così vivido e continuano a farlo vivere ancora oggi che non esiste più. Un film a episodi, ognuno dei quali si svolge in una diversa stanza dello stesso albergo, il Chelsea Hotel, la colonna sonora di questo film costituisce però il primo vero esordio solista di Nico, nel quale sono raccolti cinque avanzi delle session con i Velvet Underground e tre composizioni di Jackson Browne, con cui pare abbia avuto una breve ma intensa storia d’amore.Poi lo strappo con la Factory e il buio. Due anni dopo Nico sembra cantare tutta la sua più totale solitudine, e non è già rimasto più nulla della Chelsea girl, quasi non fosse mai esistita..
Antonio Elia
www.freequenze.it
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