Scontro senza esclusione di colpi tra Facebook e Google. Ma attenzione ai passi falsi…
Non è un segreto che il sito Google e il social network Facebook siano in guerra tra loro su molteplici fronti: se prima la questione si poneva solo su quale fosse la piattaforma più visitata al mondo (a tal proposito, la battaglia di cifre è stata vinta da Facebook, visitato dall’8,93% dei navigatori, contro il 7,19% di Google, nel periodo compreso tra gennaio e novembre), sono venute ad aggiungersi la battaglia per l’acquisto del social network Twitter, e soprattutto la lotta per la conquista di Skype, popolare software di messaggistica istantanea, utilizzata anche e soprattutto per effettuare conversazioni telefoniche sfruttando la connessione telematica. Tuttavia, la furia bellicosa di Facebook pare essersi accanita sul “tasto” sbagliato, ed aver segnato il punto al suo avversario; a quanto pare la (s?)fortunata creatura di Mark Zuckerberg ha ordito un intrigo ai danni del gargantuesco avversario che, purtroppo per lei, ha poi sprigionato tutta la potenzialità “boomerang” di cui era capace: il social network avrebbe infatti ingaggiato blogger e giornalisti, attraverso la società di pubbliche relazioni Burston-Marsteller, al fine di mettere in circolazione notizie infamanti e informazioni negative riguardanti la società avversaria, con l’ovvio intento di porla in cattiva luce. In particolare, si è malignamente soffermata sulle presunte fughe di informazioni e dati riservati da parte del sito, accusato di “rubare dati personali e mettere insieme dossier estremamente personali su milioni di utenti”, mettendo così parecchia carne a cuocere, soprattutto sulle griglie di chi, sulla propria privacy, aveva già parecchie preoccupazioni. Tuttavia la manovra messa in atto da Facebook si è rivelata tutt’altro che scaltra: cercando di minare la credibilità dell’avversario sul fronte privacy, infatti, si è di certo involontariamente trascinata al centro dell’attenzione; e di certo avrebbe dovuto aspettarselo, dato che da poco la Symantec ha diffuso notizie sulla falla nella sicurezza di Facebook stesso, che negli ultimi anni avrebbe rivelato accidentalmente delle informazioni strettamente riservate ad utenti e soggetti estranei, soprattutto inserzionisti, senza alcuna autorizzazione o concessione. Tirando le conclusioni, pare proprio che cercando di pestare i piedi all’avversario, il social network sia finito con l’inciampare nei suoi propri.
Germana de Angelis