Ci Parla Adriana Sansone

QSenza-titolo-1uesta settimana vi presentiamo una donna, Adriana Sansone, una straordinaria cantante, appassionata d’arte, pittura, amante della cucina e con una innata , se pur da poco scoperta, indole per le poesie napoletane… la sua simpatia, solarità ,nonché generosità hanno colpito i nostri microfoni. Attraverso la sua storia ci insegna come la vita debba essere vissuta a pieno ,con tutte le sue sfaccettature, nei suoi momenti belli e brutti , ma sempre con ottimismo! abbiamo deciso di presentarvela per farvi comprendere come l’amore per la vita, vita nel senso genuino, e quindi per le cose semplici e per i veri valori, possa sfociare nei modi più svariati, e alimentare la vita fino al punto da sorprendere anche se stessi. Siamo andati a trovarla nella sua incantevole casa, ricca di deliziosi oggetti che ricordano la sua vita , presente e passata, accogliente e calda come poche , e che ci parla di lei.
Ascoltiamola:
Non sono un’artista ma una donna che ha vissuto bene con le cose semplici: primo perché non sono nata in ricchezza,ma ogni cosa era bella. Ho fatto tutto: la segretaria in età giovanissima presso uno studio legale, la catechista alla scuola cattolica,quindi la mia vita è stata bella,fatta di cose semplici , belle, pulite,non ho fatto mai cattiverie o comunque ho cercato di non farne mai. E poi così all’improvviso è nato questo Coro: i famosi Cantori di Posillipo. Io ero catechista a Santa Maria a Posillipo, mi chiamò il parroco che ci teneva particolarmente e mi disse che era arrivato un ragazzo che voleva mettere su un coro, allora era un quattordicenne di nome Ciro Visco, adesso è un grande maestro.
Io che ero già da tempo catechista e avevo voglia di cambiamenti fui entusiasta delle sue parole e dissi: “va bene mettiamo su un coro di voci adulte”. Però, ci tengo a puntualizzare, che chi ha dato l’impulso decisivo , quello più importante, perché noi siamo i cantori di

Posillipo noti dovunque, è stata la mia presidente la signora Santina Picone, una donna del fior fiore di Napoli. Ci ha portato avanti tanto da essere richiesti ovunque: dal Quirinale, Bruxelles, Budapest, dal Papa a Roma, ecc… il curriculum sarebbe lungo, ormai abbiamo compiuto e trent’anni. E ti dirò: Come vorrei che si capisse, già da quando si è giovani, cosa vuol dire cantare, ma non per essere un’artista o per arrivare chi sa dove, no cantare … in chiesa… il coro parrocchiale ? Benissimo! Io ricordo e mi è rimasto sempre impresso nella mente, quando a Napoli si cantava, i muratori, ma no quelli di adesso, e anche i pittori “cantavano a squarciagola”. Un tempo a Napoli dove vedevi i lavori, sentivi le voci, era bello.. e questi ricordi di fanciulla mi perseguitano.. sono proprio belli e ti faccio anche una battuta: “di quest’epoca, apprezzo solo la lavatrice”.

Certo adesso in quest’epoca fatta di cose enormi, grandiose, è tutta un’altra cosa, ma ti voglio dire che la mia vita è stata bella proprio perché semplice.

Certo io non voglio criticare quest’epoca, perché ogni periodo ha la sua storia, la sua bellezza e importanza; sarei sciocca se volessi dire qualche cosa sui giovani di adesso, ma certo é che quando vedo dei ragazzi che mi ricordano i giovani di un tempo, è bellissimo, perché in loro si lega il nuovo e il passato, rivedo in loro il senso della civiltà, dell’amore verso l’altro.

Se c’è una cosa che mi commuove , è quando vedo fare una gentilezza…e io stessa mi commuovo, quando ( ti faccio un esempio banale) cedo il passo ad una macchina e mi dispiaccio quando questa non mi ringrazia …(ride)….

Noi cantiamo musica sacra e spesso anche quella napoletana ed io che lo sono fino in fondo reputo la canzone partenopea da brivido! Noi inoltre grazie all’Orchestra che per di più è formata da 50 persone , il nostro maestro e il secondo direttore che è Gaetano Raiola vengono revisionate ed interpretate a quattro voci mostrando così tutta l’armonia e la bellezza della canzone napoletana.

Poi nella mia vita ho avuto un’altra grande gioia e fortuna: avere al mio fianco mio marito Angelo Sansone . Era un pittore, ed io mi occupavo delle mostre perché , se fosse stato per lui saremmo morti di fame, un po’ come tutti gli artisti che stanno bene a cavalletto ma basta così, non li puoi smuovere , instancabilmente presi dalla loro arte. Ricordo ancora degli episodi troppo simpatici quando ho iniziato ad intromettermi un po’, per evitare periodi di “digiuni”.

A cura di Alessia Tritone