DONNE E DISCRIMINAZIONE : L’ITALIA DISATTENDE LA CEDAW. IL RAPPORTO-OMBRA FA IL PUNTO

cedawSi è tenuta Giovedì 14 Luglio la 49esima sessione della Convenzione per l’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione contro le Donne (CEDAW), indetta per esaminare il VI Rapporto periodico sull’implementazione della Convenzione che il Governo italiano ha presentato nel dicembre 2009.

La violenza di genere, la partecipazione delle donne alla vita politica, le leggi discriminatorie delle donne nel contesto del matrimonio e l’eliminazione degli stereotipi di genere, sono solo alcune delle tematiche che sono state affrontate nella sessione informale che ha preceduto quella ufficiale, e durante la quale i presentatori dei tre rapporti ombra hanno fatto delle dichiarazioni. Il Comitato, formato da 23 esperti sulla questione di genere di tutto il mondo (22 donne e un solo uomo), è stato presieduto da Silvia Pimentel, del Brasile. Il lavoro del Comitato è consistito nell’esaminare il contesto-Paese, lo sviluppo e l’attuazione dei diritti delle donne in Italia, Costa Rica, Zambia, Etiopia, Repubblica di Corea, Nepal, Djibouti e Singapore.

In rappresentanza della piattaforma “30 anni CEDAW – Lavori in corsa” , “Fondazione Pangea e Giuristi Democratici” , hanno presentato le dichiarazioni relative al rapporto-ombra , redatto in collaborazione con 8 organizzazioni, alle quali hanno aderito oltre 100 diverse realtà della società civile. Ciò che è emerso dal rapporto -ombra è una situazione altamente critica rispetto alla discriminazione di genere in Italia, evidenziando così all’ONU e a l’opinione pubblica, alla luce dei canoni di giudizio stabiliti dalla Convenzione, l’impreparazione del nostro Paese nell’attuazione di politiche sociali ed economiche efficienti e tali da garantire pari opportunità sociali.

CEDAW_115x115Nello specifico, il discorso tenuto da Claudia Signoretti e Simona Lanzoni (Fondazione Pangea) e Barbara Spinelli (Giuristi Democratici) , si è focalizzato sulla promozione dei diritti delle donne, lavoro e welfare, la partecipazione politica delle donne, i diritti sessuali e riproduttivi ed infine la protezione delle donne dalla violenza maschile, tratta e prostituzione. Il rapporto, che si è giovato di una sinergia di interventi e analisi molto vasta, “risponde” punto per punto agli articoli e alle raccomandazioni Cedaw, illustrando la situazione italiana per quel che riguarda discriminazione, disparità, disvalore, violenza : «Negli anni 2005-2009 in Italia non si sono registrati sostanziali miglioramenti nella condizione delle donne – scrive la Spinelli . Non si è registrata un’effettiva volontà politica di realizzazione di un piano d’azione strategico che affronti la questione culturale e la questione della presenza femminile nei luoghi di rappresentanza in maniera decisa e questo impedisce un effettivo avanzamento delle donne nel godimento dei loro diritti fondamentali. In più abbiamo sì un Ministero delle Pari Opportunità ma – chiosa la Spinelli – ha un funzionamento farraginoso e non ha un chiaro indirizzo unitario. Il Ministero delle Pari Opportunità dipende economicamente e politicamente dal Governo: sia perché il Ministero agisce su delega della Presidenza del Consiglio, sia perché è uno dei Ministeri senza Portafoglio . E’ evidente che l’ applicazione CEDAW in Italia è stata disattesa».

Ma il rapporto-ombra non è stato l’unico rendiconto pervenuto dall’Italia : a questo si aggiungono il rapporto sulla tossicodipendenza e la sieropositività e il sistema di giustizia penale (Associazione Internazionale per la riduzione del danno, Giuristi Democratici, Associazione Itaca e Antigone ) ed il rapporto sulle donne Rom (European Roma Rights Centre ).

Al termine della giornata il Comitato CEDAW ha formulato le Osservazioni Conclusive per ogni Paese, con incluse le raccomandazioni che ogni Stato sarà obbligato a tenere in considerazione per l’attuazione della CEDAW e lo sviluppo delle politiche di pari opportunità, ai sensi della Convenzione e del suo Protocollo Opzionale.

A cura di Flavia Sorrentino.