Convivenze difficili
Difficile è, in alcuni casi , istaurare forme di convivenza che riescano, in tutto pe per tutto e che soddisfino fino in fondo coloro che ne risultano coinvolti. Un caso emblematico potrebbe essere la semplice vita di coppia non ancora sottoposta ad attestazioni di unione effettiva: in realtà, anche per circostanze del genere i disagi, sopratutto inizialmente, non sembrano mancare; eppure una soluzione, in virtù dell’affetto e della stima (pietra miliare di rapporti duraturi), fortunatamente sembra avere la meglio. Ancora, i numerosi casi di convivenza per così dire difficili, sono rintracciabili in contesti non del tutto consueti che, tuttavia, mettono a dura prova la tolleranza e la pazienza altrui : vacanze studio, quinquenni universitari, brevi periodi estivi che, se da un lato fanno si che si delineino, attraverso piccoli morsi di esperienza, aspetti relativi alla personalità individuale, d’altro canto si identificano come prove- sforzo per l’emotività di chi desidera, di tanto intanto, prestarsi al meglio affinché tutto possa funzionare.
Ebbene i consigli, in questi casi, o sono troppi o inapplicabili. Uno su tutti: durante e lontano dai pasti, rispettarsi reciprocamente perché tutti possiamo fare e disfare, ma l’intelligenza a tal punto, bisogna dire che è insita nel riconoscere le proprie responsabilità e i propri doveri nei confronti di una collettività che nel bene e nel male ci circonda e con la quale occorre intraprendere un dialogo fatto di osmosi. Solo così, almeno si spera, i momenti insieme possono essere goduti fino in fondo, tenendo bene in mente la libertà d’azione e di parola che ci caratterizza e il limite che spesso si valica per affermare se stessi indiscutibilmente e senza l’oppurtunità di poter parlare, chiarirsi o anche rompere drasticamente i legami, perché questa vita non è un soggetto per reality, ma l’ispirazione concreta che deve animare le menti e la praticità dei gesti.
Francesca Morgante