Cornuti e contenti ?
Cara Rossella,
penso che mio marito sappia tutto: sono innamorata come una ragazzina del mio istruttore di nuoto. Ho 40 anni, una vita trascorsa tra insegnamento e fornelli, pappe, bambini, suoceri e genitori. Una vita “piatta” senza emozioni, senza quelle sensazioni che ti rendono viva, anzi che ti fanno sentire viva! I nostri figli sono cresciuti e che mi ritrovo? Un uomo accanto senza carattere,a cui va bene tutto,un pantofolaio che per il quieto vivere recita non accorgersi del mio tradimento. Mi vede cambiata,dimagrita, ringiovanita, allegra, gioiosa e non mostra alcun segno di gelosia, non mi fa domande, né scenate…Torna a casa dal lavoro, chiede “Come va? Tutto bene?” oppure “Che si cena stasera?” Mi bacia sulla fronte ed inizia a leggere il giornale oppure guarda la televisione, fino a notte fonda. Anzi spesso si addormenta e russa davanti allo schermo illuminato che vado a spegnere inferocita perché quel gracchiare mi ha svegliata. Ormai il nostro matrimonio, durato 18 anni, è al capolinea. Quante volte ho pensato di svegliarlo dal torpore,esponendo palesemente che da tempo porta le corna : solo così, costretto dall’evidenza, finirà di bluffare! Poi ci ripenso e rifletto che con l’altro, non ancora trentenne, potrebbe finire e mi ritroverei senza lui e senza marito. Che devo fare? Qual è la soluzione migliore?
Silvia
Cara Silvia,
mi domando il perché di tutta questa sceneggiata. Non ho compreso bene cosa tu voglia…Da un lato, se la vostra unione è in “coma vegetativo”, perpetuare l’agonia, da parte di entrambi penso sia inutile : meglio un’ eutanasia( mi perdonino gli obiettori di coscienza!). Tante coppie si separano e non mi sembra degno,secondo me, offenderlo, spiattellandogli, de visu, un feroce tradimento, anche se lui,forse, né è al corrente. Scrivi che da tempo sei insoddisfatta ed annoiata dal tran tran della vita coniugale., mentre lui , forse ancora innamorato (sai a volte il cuore non dà retta alla ragione) o, come tu affermi, per quieto vivere (o comodo) finge d’esser contento della vostra vita in comune. .. E mi chiedi quale sia la soluzione migliore…Posso solo consigliarti solo dignità e buon senso. Ti prego, non coinvolgermi in giudizi feroci su faccende di convenienza, forse reciproca…Il mio pensiero? Che tristezza e che squallore! Io metterei al primo posto il rispetto per il padre dei tuoi figli e per te stessa. Noto sempre più che alcune persone si beano di vivere in una calma apparente, illudendosi di non avere problemi, pensando a dare l’immagine della famiglia del mulino bianco e se un tempo tanti peccatucci non si ammettevano, adesso è normale e ci si sente à la page solo se si trasgredisce per trovare nuovi stimoli. Unioni che un tempo sarebbero durate tutta una vita, oggi si sbriciolano senza un valido motivo, per noia, per disinteresse, per quella frenesia di “vivere” a tutti i costi, per quel desiderio di rincorrere ed ottenere ciò che non si ha, senza impegnarsi seriamente a risanare un rapporto che potrebbe evolversi e migliorare, senza discutere, senza trovare un punto d’incontro, una mediazione, una via d’uscita che non sia la rottura. Ormai per stanchezza, per disinteresse si lascia degenerare ed incancrenire quello che un tempo si chiamava “amore”, ricorrendo ad inutili ipocrisie, stupidi mezzucci, meschini calcoli di convenienza. Non è moralismo, il mio. Hai mai pensato ad invertire i ruoli? Meglio cornuti ma felici o infelici ma consapevoli? E allora, prima di operare qualsiasi scelta, interroga la tua coscienza e rifletti:
non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te…
A cura di Rossella Argo