Ipotesi spionaggio dietro il furto alla maison Rocco Barocco
Nella notte tra venerdì e sabato alcuni “soliti ignoti “hanno fatto irruzione all’interno della maison di Rocco Barocco,in via Biancamaria a Milano,portando via l’intera nuova collezione,dagli abiti alle cinture comprese scarpe e borse.Nulla è stato risparmiato.
Le indagini della polizia hanno confermato che il colpo è stato realizzato con tutta la calma possibile,da almeno un paio di persone che sono riusciti ad entrare nello showroom senza intoppi direttamente dalla porta,caricando poi il tutto su di un furgone postato a poca distanza dall’atelier.
Un furto filato,decisamente,troppo liscio e che ha destato non pochi dubbi.
A detta di molti il custode del palazzo di via Biancamaria ha dato l’allarme in mattinata,non appena accortosi del furto,ma Rocco Barocco ha deciso di denunciare l’accaduto solo in serata. Per quale ragione? I soliti ben informati sono certi che la reticenza sia dovuta al sospetto che il colpo sia stato compiuto grazie ad una talpa interna.
“Non vedo l’interesse commerciale di questi vestiti,si tratta di una collezione da sfilata,non molto commerciabile, con taglie che vanno dalla 40-42″ha rivelato lo stilista al TG5
Ma Rocco Barocco preferisce avere altre«prove» prima di parlare di «spionaggio» anche se si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso.Ricordiamo che per evitare l’accusa di plagio, sarà sufficiente cambiare qualche particolare che va da una cerniera o al semplice bottone,fino al colore . Impossibile pensare di intervenire con una causa legale soprattutto perchè spesso capi Haute Couture rubati raramente finiscono in boutique d’alta moda,si preferisce attuare un low profile e ghettizzarli in negozietti di periferia che propongono abiti fac- simile di quelli firmati a prezzi che favoriscono dal 30 al 50% di sconto.
A questo punto non possiamo fare a meno di pensare a cosa si inventerà lo stilista per rimediare al danno in vista della prossima Milano Fashion Week prevista dal 21 al 27 settembre…
Attendiamo clamorosi colpi di scena.
Elisabetta Rasicci