Rosa cremisi : donne poliziotto da cinquant’anni
Era il 1960 quando il cremisi,colore istituzionale della Polizia di Stato, si tingeva di rosa. Una conquista per le donne poliziotte, graduale e scandita da numerose tappe legislative,a partire da quella n. 1083 del 7 Dicembre 1959,che istituiva il Corpo di Polizia Femminile,la cui costituzione era già prevista nella legge sull’ “Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui”,meglio conosciuta come legge Merlin. Ventidue anni più tardi ,il 1 Aprile 1981,con la legge n. 121 fu stabilito il cosiddetto “Nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza”,legge che ha portato all’attuale assetto della Polizia di Stato, nonché l’adeguamento dell’ordinamento dell’amministrazione della ps alle leggi nazionali per quanto riguarda la creazione del Comitato nazionale per le pari opportunità e leggi riguardanti la tutela delle lavoratrici madri. La presenza delle donne in polizia cresce in misura esponenziale: dal 2005 infatti è aumentata di quasi 2mila unità e da circa vent’anni sono diventate il doppio,con un rafforzamento del 118%. Questi dati acquistano un valore aggiunto se si pensa che gli uomini definiscono un indice di progressione inferiore alle colleghe donne,le quali evidenziano maggiore desiderio di indossare la divisa. Oltre il 13% occupa ruoli tecnico-scientifici,e seppure in numero ridotto sono presenti in tutte le specialità,anche quelle prettamente a “tradizione maschile”. Una testimonianza significativa viene offerta da Maria Antonietta ,38 anni,unica donna in Italia a svolgere il compito di tutela e sicurezza dell’ordine pubblico,durante i grandi eventi. “Mi guardavano tutti con molta diffidenza, pensavano che non ce l’avrei mai fatta a sopportare una “carica”contro i manifestanti o i tifosi facinorosi-racconta così il suo primo giorno di servizio -in seguito i colleghi uomini si sono accorti della mia professionalità. Poi aggiunge e conclude,con l’aria di chi ha raggiunto la cima delle montagna più alta,affannosamente scalata: Ho fatto un corso per operatore di ordine pubblico e mi sono allenata molto per ottenere una buona forma fisica. Ora faccio parte di una squadra e i miei colleghi mi trattano come una di loro. E’ un lavoro duro, si sta spesso fuori sede e si vive anche in situazioni disagiate, ma con un po’ di spirito di adattamento tutto si risolve. Penso che sia fondamentale la presenza di una donna anche in fase operativa per le abilità comunicative e la propensione a smorzare gli accenti di aggressività durante gli scontri”. L’abilità delle donne in polizia non è un fatto esclusivamente ascrivibile al caso di Maria Antonietta. I dati Istat infatti,dimostrano che le donne poliziotte eccellono sia in tenacia che competenza per avanzare professionalmente alla stessa maniera dei colleghi,e addirittura in quantità maggiori in proporzione. Si aggiunge alla costanza e la determinazione tipicamente femminili,la preparazione universitaria ed accademica che riconferma le donne “ studiose per natura”,assicurandogli pertanto posizioni lavorative dirigenziali e direttive nel corpo della Polizia Statale. E proprio in occasione del 158° anniversario della fondazione di quest’ ultimo ,il messaggio di Antonio Manganelli,capo della Polizia, rivolge un sentito e riconoscente ringraziamento agli uomini e a tutte le donne che da cinquant’ anni lavorano per garantire la sicurezza di ognuno di noi: “Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che dietro qualsiasi risultato conseguito nell’attività di ordine e sicurezza pubblica esiste solo il sacrificio, spesso estremo, di persone che, ben oltre i normali canoni dello specifico rapporto di lavoro ed in condizioni spesso proibitive, profondono il massimo impegno in difesa della gente che vive e lavora onestamente”. Gli auguri per questo anniversario,li rivolgiamo anche noi della rubrica “Donne e Società”,a coloro che svolgono nel corpo di polizia statale il proprio lavoro con deontologia,e che assicurano il libero esercizio dei diritti a tutta la società civile.
A cura di Flavia Sorrentino