Bari
Bari. Serate indiavolate e “ballo del mattone”. Ritrovi intellettuali, pub e ristoranti di qualità: una città che è un’enciclopedia dei piaceri.
“El pibe di Bari”, come chiamarono il calciatore Antonio Cassano a inizio carriera, è di Bari Vecchia. Da frequentare con accortezza: la piccola criminalità c’è ancora, passeggiate consigliate solo fino a atrdo pomeriggio.
I piaceri di Bari cominciano dalla mattina, sul lungomare che è spettacolo di tentazioni gastronomiche. Cozze e ricci, con pane caldo; e birra o champagne. Fra i più frequentati, il Chiringuito al molo San Nicola. La Pignata è ristorante storico e con la discrezione che gli è abituale, anche il presidente Napolitano ha più volte apprezzato questa cucina. Poi è diventato ritrovo della “Tarantini generation”.
Il Nilaya è un circolo “dorato”. Ricco libro dei soci, estate a bordo piscina, inverno agli attrezzi o nel beauty center. www.nilaya.it.
I babà di Stoppani, 150 anni di tradizione, si gustano col cappuccino. Colazione impegnativa, ma entrata nei riti della mattina di Bari. La cultura ha uno dei punti di riferimento nella Libreria Laterza, in via Sparano. Negozio, ma anche luogo di incontro per gli intellettuali, salotto letterario e rifugio per investigatori dell’anima. Della sua città, Alssandro Laterza ha detto: “Vorrei dire che Bari è Sodoma, ma temo che tutta l’Italia si assomigli”.
I luoghi della fede, per cercarla, ritrovarla o farsi perdonare, hanno come centro la Basilica di San Nicola. Si prega e si fa shopping, di santini ma anche di flaconcini di manna, un liquido che si dice sgorghi dalle spoglie del santo.
Blnac de Noir è wine bar moderno ed elegante, molto amato dalla Bari bene e frequentato dalla Tarantini generation: oltre 200 etichette disponibili.
Nessun Dorma è locale trendy, dietro il teatro Petruzzelli: brunch, wine-art, cucina fusion. Si fa, ovviamente, anche molto tardi. Il più newyorkese dei locali baresi.
La Taverna del Maltese in via Nicolai è il pub più antico. Sala al piano strada e “caverna” per concerti e attività culturali Pubblico giovane, sotto i 30 anni. www.tavernadelmaltese.org.
Mozzarelle e burrate faranno male alla linea, ma sono squisite. Dai Fratelli De Bartolo, via Bozzi 53, anche il caciocavallo podolico del Gargano, i latticini di Andria e il capocollo di Martina Franca. www.idebartolo.it. Il Panificio Fiore è da sette generazioni meta di golosi. Calzoni, taralli, focacce, cicci. Sfornati, per di più, nel suggestivo ambiente di uan ex chiesa dell’anno Mille.
In fuga dalla Bari chiacchierona, alla Masseria Torricella, 4 km da Alberobello, valle d’Itria. Nel parco di Barsento, in mezzo a frutteti e campi di grano. Un agriturismo perfetto per staccare la spina. www.masseriatorricella.it.
Poco lontano da Bari, a Mola, il Remare è il rifugio degli inguaribili romantici. Deck in legno sul porticciolo, lanterne, cuscini, tende. La calma dei nervi distesi. Volendo, buon cibo e buon vino, tutto regionale.
Città vivace e irrequieta, Bari distribuisce le suggestioni della notte anche nei dintorni. In città, il primato va al Divinae follie, anche se si impone il Gorgeous; molto frequentati anche Cromie a Castellaneta Marina, Mavù a Locorotondo, Trappeto a Monopoli. Il Chiascia di Bitonto è quanto resta della cultura del “lento”: qui si pratica ancora, e con qualche successo, il ballo del mattone.
Roberta Morano