GOVERNO MONTI: CI SARA’ UNA QUOTA ROSA?
Siamo oneste. Ieri, la prima reazione di molte di noi all’osservazione «non ci sono donne nel nuovo governo» è stata «ma chi se ne frega se non ci sono donne nel nuovo governo». Viviamo una fase terribile e abbiamo avuto ministre discutibili; ci si preoccupa più per lo spread che per le quote. Poi però ci si è rese conto che un nuovo governo ancora non c’è. Che c’è, al momento, l’usuale toto-ministri. Che i commissari tecnici del mondo politico-mediatico che lanciano o bruciano candidature sono in maggioranza maschi, e maschilisti. Probabilmente più di Giorgio Napolitano e Mario Monti, signori non giovani ma —verrebbe da dire —più civilizzati di altri. Con lunga pratica di democrazie—e di società— più avanzate della nostra sui temi della parità tra uomini e donne. Perciò pare altamente improbabile il governo tuttimaschi che in questi giorni alcune paventano su Twitter, Facebook e nei dibattiti online. Pare improbabile; ma il fatto stesso che ci siano timori, che se ne discuta, che si insorga (sia pure online) è un segnale; di disagio, e di risveglio, anche. Di disagio perché gli anni berlusconiani delle «ministre più belle del mondo», delle deputate di Forza Gnocca, delle donne all’opposizione accusate di bruttezza hanno prodotto un trauma sottotraccia (ma neanche tanto) nella popolazione femminile italiana. Che col tempo è diventato protesta di massa e dibattito virale. Ci sono i gruppi di Senonoraquando (dal nome del team che organizzò la protesta del 13 febbraio), c’è la nuova iniziativa su Twitter «2eurox10leggi», una sottoscrizione per pubblicizzare e proporre leggi anti svantaggi di genere. Si discute nonstop sulle bacheche Facebook e su blog come La 27esima ora del Corriere online. Si cerca di fare politica dal basso. E ci si aspettano azioni positive (le femministe le chiamavano così) dalla politica alta. Insomma, si spera di vedere alcune ministre competenti, in qualche dicastero di rilievo (magari non la Pubblica istruzione, da dare a un uomo, per sparigliare). Si spera siano persone dalle qualifiche inattaccabili (vanno bene di qualunque età, non è un governo Renzi, vivaddio). Si spera ci sia qualche faccia nuova, qualche personaggio interessante, che diventi un’ispirazione e un modello per le ragazze italiane (se poi c’è la solita Emma Bonino va benissimo, tutte noi la amiamo; ma, senza pensare alle quote e preoccupandosi dello spread, varrebbe la pena di promuovere altri talenti, anche).
Serena Smorra