La donna di Botticelli: Venus pudica ed intellettuale
Care amiche e amici di Donna e Società,per questa settimana abbiamo deciso di parlare della donna come simbolo e soggetto di ispirazione artistica,attraverso l’ analisi iconografica di due tra i più bei dipinti di Sandro Botticelli : “Nascita di Venere”,e “La Primavera”.
Nella “Nascita di Venere”,il tema mitologico ovidiano nasconde ,un’ allegoria neoplatonica fondata sull’concetto dell’amore come forza motrice della natura. Le forme sono nette, raffinatissime e trovano la loro sublimazione nel nudo statuario della dea, in cui le qualità morali e spirituali, coincidono con la sua bellezza fisica. Venere nuda,in piedi su una conchiglia,scaldata dal soffio fecondatore di Zefiro,approda ad una spiaggia dove una delle Ore,simbolo dei bei giorni di Primavera,è in procinto di gettarle sulle spalle un manto ricamato.
La figura della dea, e la posa di Venus pudica (che copre la sua nudità con le mani ed i lunghi capelli biondi) rappresenterebbe la personificazione della Venere celeste, simbolo di purezza, semplicità e bellezza disadorna dell’anima. Cio’ che colpisce è la leggiadria delle figure e l’animazione religiosa del dipinto .Non a caso ,è noto il parallelismo tra Venere e l’anima cristiana, che nasce dalle acque del battesimo. La delicatezza e la profondità del significato si esaurisce in un disegno armonico ,in cui le linee elegantissime creano giochi decorativi aggraziati e sinuosi.
Lo stile, i riferimenti filosofici ed il formato vengono condivisi nella “Primavera”,rappresentazione di un ideale paradiso umanistico,immerso nella natura,abitato da un’umanità eternamente giovane e bella,retto dalle leggi dell’armonia universale.
Studiosi del calibro di Warburg,Gombrich e Panofsky,hanno variamente interpretato l’opera come una celebrazione di Venere,che nel dipinto,casta e completamente vestita,rappresenterebbe l’amore intellettuale. Attraverso la dea dell’amore,lo spettatore dinanzi al dipinto,assisterebbe ad una metamorfosi in cui vengono a conciliarsi castità ,voluttà e bellezza,rispettivamente raffigurate da Flora,Zefiro e le tre grazie.
La Venere poetica nella compostezza,aggiunge all’incanto dei suoi tratti uno sguardo malinconico,consapevole ed assorta nel suo ideale di bellezza.
Botticelli erge a simbolo dell’amore,la forza vivificatrice e la venustà poetica della donna. Il corpo etereo della Venere ,nella Nascita come nella Primavera, sacralizza la figura femminile e la esalta. Un’arte quella di Botticelli,tutta al femminile, che contrasta e vanifica, la moderna e massmediatica considerazione della donna come mero oggetto carnale.
A cura di Flavia Sorrentino.