POLIZIA GRECA: ARRESTIAMO I VERTICI UE. INTANTO IL TEMPO STA PER SCADERE
Il principale sindacato delle forze di Polizia della Grecia ha le idee chiare: l’unico modo per aiutare il loro paese dalla crisi è arrestare le persone ai vertici dell’Unione Europea, tra cui il presidente della Commissione Barroso. Il motivo? Aver chiesto alla Grecia delle misure di austerità devastanti.
La provocazione, diciamolo subito, rappresenta più un gesto simbolico che una reale minaccia, secondo avvocati e docenti di diritto, infatti, un giudice deve prima autorizzare simile avvisi di garanzia, prima che la Polizia possa procedere all’effettivo arresto. Resta comunque un gesto forte, simbolo della rabbia e dell’intolleranza raggiunta dal popolo greco verso l’UE. I leader stranieri chiedono sacrifici e drastiche riduzioni a salari e pensioni, in cambio degli aiuti che consentirebbero alla Grecia di rimanere a galla e evitare di sprofondare nel default del suo debito.
La polizia ellenica ha lanciato gas lacrimogeni contro dei manifestanti che avevano assalito negozi e poliziotti al termine di una marcia in segno di protesta contro le misure di austerità. E’ il secondo giorno di sciopero generale in una settimana indetto dai sindacati del paese.
Intanto, mentre la gente scende in piazza mascherata ed armata di bastoni per attaccare negozi e forze dell’ordine, l’esecutivo greco continua a perdere pezzi.
Dopo le già annunciate dimissioni del vice ministro del Lavoro, infatti, sono arrivate anche quelle da parte del ministro degli Esteri e di altri quattro rappresentanti del governo di estrema destra. Quindi, contrariamente a quanto accordato in precedenza, questi ultimi non parteciperanno al voto sulla riforma.
Il ministro delle Finanze Venizelos, intanto, sta esortando i deputati ad accettare il nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro, che tra le altre cose, come dicevamo, prevede ulteriori tagli a pensioni, posti di lavoro e salari. Un rifiuto, e quindi un fallimento della manovra, vorrebbe dire fallimento per la Grecia, con la conseguente uscita dall’area Euro.
Ricordiamo che Atene ha tempo fino al 20 marzo per restituire il debito di 14,3 miliardi di euro, e le speranze ora come ora sembrano ridotte al lumicino.
Mario Sabljakovic