Errore delle strumentazioni, i neutrini non sono più veloci della luce. Ma la questione resta aperta
Il famoso tunnel protagonista della “atomica” gaffe della Gelmini si rivela essere un vicolo cieco; pare infatti che i neutrini abbiano “barato” nel loro vantaggio di 60 nanosecondi rispetto alla velocità della luce registrato il 23 settembre scorso, aiutati da un’anomalia nel funzionamento degli strumenti di misurazione; più precisamente, un orologio atomico mal calibrato ed un interruttore, ed una cattiva connessione tra il Gps ed il computer, come annunciato dalla rivista di diffusione scientifica Science. La prende bene Fernando Ferroni, presidente dell’Infn, che afferma: “Già in settembre i ricercatori avevano detto che la misura rilevata era un’anomalia e che avrebbero cercato di capire se qualcosa non andava. Il fatto che adesso l’abbiano trovata va tutto a loro vantaggio: hanno mantenuto la parola”; in effetti il dato, che rischiava di stravolgere le basi della teoria della relatività di Einstein, e proiettava l’uomo verso una neofisica, era fin da subito stato accolto con estrema diffidenza. Tuttavia, non c’è ancora niente di certo in proposito, almeno fin quando non saranno effettuati ulteriori esperimenti, come affermato dal direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci, che dichiara: ”La situazione resta aperta finché non ci saranno nuove misure indipendenti”. I due malfunzionamenti sono stati prontamente corretti, in previsione di un nuovo tentativo di inviare il fascio di neutrini lungo i 730 km che vanno dal Cern di Ginevra al laboratorio del Gran Sasso, programmato per il mese di maggio, e di ottenere una risposta “sincera” dall’esperimento Opera.
Germana de Angelis