Benzina, si sfiorano i 2 euro al litro
Sono ormai mesi che i prezzi della benzina nel nostro Paese subiscono aumenti considerevoli anche da un giorno all’altro, con una media nazionale che supera l’1.80 euro al litro per la benzina senza piombo e di 1.75 per il diesel, con picchi che si registrano soprattutto nelle città del sud del Paese; non sono rari tuttavia i casi in cui si incontrano prezzi anche sopra l’1.90 al litro, che lasciano poche speranze che la soglia dei 2 euro al litro rimanga inviolata. Un problema non solo italiano a quanto pare, considerato che praticamente ovunque nel mondo, dallo Sri Lanka alla Gran Bretagna, passando per Stati Uniti, Indonesia e Bulgaria, si stanno organizzando proteste e manifestazioni contro il caro benzina; le ragioni principali degli ultimi aumenti dipendono dalla situazione non florida del neostato Sud Sudan, le sanzioni ai governi di Siria e Iran e lo sciopero dei lavoratori nello Yemen, oltre all’interruzione dei sussidi economici governativi sul prezzo del carburante in Nigeria, in gennaio. Tuttavia, l’escalation italiana dei rincari è senza pari, e la media è di molto superiore a quella degli altri paesi del vecchio continente; discorso che vale peraltro anche in tutti gli altri campi del settore energetico, e che ha provocato il secco avvertimento da parte delle associazioni che tutelano i consumatori;in particolare, la Adusbef e la Federsconsumatori hanno chiesto maggiori controlli al Governo in carica attraverso un messaggio congiunto. “Non è più possibile andare avanti in questo modo”, è il nocciolo fondamentale del comunicato. Non sarebbe più corretto fare come in Germania, dove i prezzi variano anche più volte al giorno, in linea con i prezzi del petrolio costantemente in movimento e seguendo le regole del gioco economico della domanda e dell’offerta? Perlomeno agli aumenti si alternerebbe qualche discesa, una volta tanto.
Germana de Angelis