Scoperti in Cina i fossili di una (nuova?) specie umana
Lo studio dei fossili antropici ritrovati in due grotte nel Sudovest della Cina, la grotta di Longlin e quella di Maludong, ha evidenziato che potrebbero appartenere ad una nuova specie, aprendo così nuovi ed inaspettati scenari nella storia dell’evoluzione della razza umana; questi ominidi, denominati dagli antropologi “popolazione del cervo rosso”, in quanto nella grotta di Maludong sono stati ritrovati avanzi di carne di cervo rosso cotta, farebbero parte di una nuova specie umana; questa sarebbe in realtà solo una delle tre ipotesi formulate: le altre due prevedono che non costituiscano una specie a sé, bensì siano stati i primi Homo Sapiens ad abitare nell’Estremo Oriente, oppure vedono gli ominidi come l’anello di congiunzione tra l’uomo primitivo e quello moderno. Le prime teorie ipotizzano che questi abbiano convissuto con gli umani, approssimativamente tra i 14.500 e gli 11.500 anni fa, nella Cina meridionale, ai primi tempi dello sviluppo dell’agricoltura. Lo studio, che dura ormai quattro anni, è stato portato avanti ad opera di Darren Curnoe, dell’Università del Nuovo Galles del Sud, a Sydney, con la collaborazione di Ji Xueping, dello Yunnan Institute of Cultural Relics and Archeology. Il coordinatore australiano afferma: “I fossili potrebbero appartenere a una specie finora sconosciuta, sopravvissuta fino alla fine dell’era glaciale. In alternativa, potrebbero rappresentare un’antichissima e finora sconosciuta ondata migratoria di uomini moderni provenienti dall’Africa, una popolazione che non avrebbe però contribuito dal punto di vista genetico alle popolazioni moderne”; il collega Ji Xueping aggiunge: “A causa della diversità geografica creata dall’altopiano del Tibet della provincia del Qinghai, la parte sud occidentale della Cina è nota come un fulcro di diversità biologica e culturale, e questa diversità si estende anche nel passato”.
Germana de Angelis