APPROVATA LA RIFORMA DEL LAVORO TRA MALUMORI E SPERANZA
È stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri il disegno di legge che corrisponde alla riforma del mercato del lavoro. Il decreto diverrà legge “salvo intese”. Sono state scartate quindi le iniziali ipotesi di formulare la riforma con l’opzione del decreto oppure quella del ddl delega.
Malcontento sia nel Pd, che è in subbuglio dopo la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sia nel Pdl che invece voleva la riforma sottoforma di decreto per avere la possibilità di mettere un suggello prima della discussione in Parlamento.
Il ddl di riforma del lavoro prevede, in caso di licenziamento dovuto a motivi economici, che il lavoratore possa ottenere solo un indennizzo monetario. Dalla bozza del ddl comunque qualche novità emerge, a testimonianza che l’esecutivo cerca un qualche ammorbidimento in merito all’articolo 18: se il licenziamento per motivazioni “economiche” verrà ritenuto “strumentale” dal giudice, sarà possibile anche il reintegro oltre all’indennizzo economico, proprio come cita il testo della riforma: “Al fine di evitare la possibilità di ricorrere strumentalmente a licenziamenti oggettivi o economici che dissimulino altre motivazioni, di natura discriminatoria o disciplinare, è fatta salva la facoltà del lavoratore di provare che il licenziamento è stato determinato da ragioni discriminatorie o disciplinari, nei quali casi il giudice applica la relativa tutela”. Ci ha pensato inoltre anche il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a ‘tranquillizzare’ i lavoratori assicurando che gli effetti contenuti nella riforma saranno soggetti a monitoraggi periodici per valutarne l’utilizzo e gli eventuali abusi.
Nella riforma è previsto anche un fondo di solidarietà per la tutela dei lavoratori nei settori non coperti da cassa integrazione straordinaria. Emergono novità anche sul fronte maternità: le neo mamme, in alternativa all’utilizzo del congedo facoltativo per maternità, potranno richiedere dei voucher per servizi di baby sitting, per 11 mesi dalla fine della maternità obbligatoria. Tale ‘bonus’ sarà proporzionale all’ISEE della famiglia ed erogato dall’INPS.
Sulla riforma si è espresso anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dicendo che comunque è una riforma “da fare” e rassicurando i lavoratori sul fatto che la riforma non spalancherà le porte ai licenziamenti facili. Staremo a vedere.
Mario Sabljakovic