MAMMA : DEPRESSIONE POST PARTUM, RIPRESA PIU’ VELOCE SE SI TORNA AL LAVORO
Lo dice un recente studio della clinica Macedonio Melloni di Milano: prima la neomamma torna al lavoro, più veloce è la ripresa da una depressione post partum. Soprattutto se in vista dell’arrivo del bebè era già “in carriera”. Non tutte però vivono il rientro al lavoro positivamente. Tra sensi di colpa, dubbi ed esigenze diverse.
La parola agli esperti
Se la mamma si sente a disagio, è meglio che ritrovi un suo ruolo anche fuori casa
“Parlano i dati: la depressione post partum colpisce circa il 10 per cento delle mammee in otto casi su dieci si tratta di donne lavoratrici, soprattutto professioniste”, spiegaClaudio Mencacci, Direttore del Dipartimento Neuroscienze e responsabile del Centro per la depressione della donna alla clinica Macedonio Melloni.
“Le ricerche però rivelano anche che, in presenza di disturbi depressivi, se la neomamma riprende a lavorare già dopo il congedo obbligatorio, nell’ 80% dei casi si sente meglio in poche settimane, mentre possono passare molti mesi per chi rimanda il rientro in ufficio. Certo, non sappiamo se questo possa valere anche in chiave preventiva, e scongiurare così l’insorgere della malattia, però indica un possibile rimedio. Soprattutto per quelle donne che durante la maternità vedono ridimensionato il loro ruolo sociale, tanto da risentirne psicologicamente”.
“Nei primi mesi di vita la simbiosi madre figlio è indispensabile perché si formi quell’attaccamento sicuro, così importante per la serenità del bambino”, commentaRosalinda Cassibba, Professore associato in Psicologia dello Sviluppo presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari.“Tutti gli studi più aggiornati hanno mostrato però che l’attaccamento si struttura nel modo migliore quando c’è uno scambio emotivo significativo, oltre alla propria presenza. Quindi una mamma che decide di rimanere a casa a lungo ma con la mente è altrove, trasmetterà meno sicurezza rispetto a un’altra che riprende il lavoro prima, ma quando è a casa è tutta per il suo bambino. Il mio consiglio? Cominciare gradualmente, con l’orario ridotto per l’allattamento. E fare in modo che in assenza della madre, il bambino abbia una persona che lo segua stabilmente”.
Enzo Torino