Capolavori della terra di mezzo. Opere d’arte dal Medioevo al Barocco
Valorizzazione dei beni culturali e dimensione economico-produttiva, questo il binomio che contraddistingue “Capolavori della terra di mezzo. Opere d’arte dal Medioevo al Barocco”, la mostra in programma dal 28 aprile al 30 novembre 2012, presso il Complesso Monumentale dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, promossa dalla Provincia di Avellino, in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, i Comuni di Ariano Irpino, Avellino, Mercogliano e Sant’Angelo dei Lombardi, le Diocesi di Ariano Irpino e Lacedonia, di Avellino, di Nola, le Arcidiocesi di Benevento e Sant’Angelo dei Lombardi, l’Abbazia Territoriale di Montevergine e l’A.IR. Autoservizi Irpini S.p.A. (info 0825790539 – 0825790733 – www.capolavoridellaterradimezzo.it – info@capolavoridellaterradimezzo.it). Il progetto di Antonella Cucciniello, Luisa De Lisio, Vito De Nicola, Giuseppe Muollo, Flavio Petroccione e Giovanna Silvestri, membri del coordinamento tecnico-scientifico insieme con Maura Picciau, Paola Apuzza, Antonella Botta, Patrizia Cataldo e Debora Ricciardi, è stato presentato lo scorso martedì presso la Sala delle Colonne di Castel dell’Ovo con gli interventi di Giuseppe De Mita, Vicepresidente della Regione Campania ed Assessore al Turismo e Beni Culturali, Cosimo Sibilia, Presidente della Provincia di Avellino, Gregorio Angelini, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, Maura Picciau, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino, e il Professore emerito Ferdinando Bologna; a moderare l’incontro Gianluca Galasso portavoce del Presidente della Provincia di Avellino. «Tengo a sottolineare l’assoluta irripetibilità tecnica di un tale lavoro. Riportare le opere nelle loro sedi naturali non è costato solo duro lavoro, ma anche preparazione e attenzione. E il risultato così raggiunto rappresenta un felice esempio di sinergia e impegno. La serenità di riposare dopo aver fatto il proprio lavoro». Lavoro accurato, ma soprattutto «un processo di restituzione al contesto originale», come ha specificato Bologna, un lavoro «che -dichiara Angelini- ha permesso e permetterà di conoscere e studiare il territorio attraverso l’Arte», perché «la sottolineatura sulla terra di mezzo -ha affermato De Mita- predispone l’identità culturale come nesso di relazioni per cui la riscoperta di questo patrimonio artistico si pone come un’intersezione, come una connessione tra più comunità». Ottanta le opere selezionate tra dipinti e sculture provenienti da tutto il territorio provinciale attraverso le quali sarà raccontata la storia dell’arte irpina, dal Medioevo al Barocco, in un unico contesto omogeneo; veri e propri tesori che narreranno la storia delle presenze artistiche locali e, al contempo, quella del paesaggio della Terra di Mezzo, l’Irpinia, terra di passaggio obbligato tra il Tirreno e l’Adriatico. Ad illustrare questo prodigio di passione e sapere un catalogo edito dalla casa editrice Consorzio Arte’m- net – Prismi editrice politecnica, che mediante saggi e schede critiche redatte da esperti del settore e illustri storici dell’arte di fama internazionale, rappresenterà un utile strumento di consultazione, documentazione e riflessione sull’argomento. «Contestualizzazione, valorizzazione, arte, storia e costume, questi i link di “Capolavori della terra di mezzo. Opere d’arte dal Medioevo al Barocco”», come ha spiegato Sibilia, un’opportunità di rilancio e riscoperta di tesori spesso non dimenticati, ma, addirittura, sconosciuti.
Rosaria Morra