ACQUARELLI E CERAMICHE – LINO FIORITO
La celebre sede al 42 di via Filangieri non ha smesso di stupire neanche nelle feste. La galleria “Al Blu di Prussia” di Giuseppe Mannajuolo ospita fino al 15 gennaio, infatti, “Acquarelli e ceramiche”, la personale di Lino Fiorito, a cura di Maria Savarese, una mostra capace di suscitare emozioni e sensazioni positive in pochi semplici istanti (infoline 081409446 – www.albludiprussia.com). La caratteristica è data dall’accostamento di stili, materiali, supporti e soggetti sempre diversi, un percorso che diventa viaggio, che diventa meta, che diventa punto di partenza, l’artista, infatti, conduce il suo pubblico verso un mondo di dettagli e particolari destinati a disperdersi, a sfumarsi nei mille rivoli dell’acqua, nella sua purezza, nella sua semplicità. Le reti geometriche, di struttura elementare, assurgono a metaforico e metonimico oggetto, una briglia per i pensieri, per i desideri, per le aspirazioni, ma al contempo un riparo, una protezione, un contenitore, è la genialità di Fiorito, capace di rendere il più semplice degli oggetti assolutamente prezioso. Stesso destino, felice, infatti, è riservato agli acquerelli, ancora una volta i contorni perimetrali di poligoni ricchi o poveri diventano il raggio d’azione del suo colore noncolore, tutto si sfuma, tutto si affievolisce, tutto si stempera, eppure in tale molle e delicato gesto, la volontà di costruire e delineare resta forte e come tale si afferma, diventando agli occhi dell’osservatore chiara e fruibile. Gli ambienti eleganti, raffinati e minimali della galleria diretta da Mario Pellegrino, diventano la location perfetta per l’esposizione che si arricchisce a tal punto della sede da diventarne un’estensione, e la galleria stessa sembra un’estensione delle opere di Fiorito, merito dell’artista, ma anche della curatrice dell’evento, la brillante Maria Savarese, la sua maestria nel rendere fruibile in modo trasversale ogni lavoro fa sì che l’armonia e l’alchimia tra i soggetti siano perfette, un talento unico che in “Acquarelli e ceramiche” si esprime pienamente. Al pubblico, infatti, preziosa e positiva è l’esperienza tattile, toccare le opere dell’autore è un piccolo cadeau che si concede alla propria anima, lasciare che le mani scivolino sulla fredda ceramica e intervallino la cromia sensuale con cui è vestita diventa un modo per apprezzare personalmente il lavoro che lì si è compiuto, un lavoro fatto di ricerca e sperimentazione come lo stesso Fiorito afferma: «questo genere di commistioni non mi è affatto nuovo, nuovo, però, è l’ambiente che qui si è creato, è tutto molto soffuso, molto uniforme, eppure così definito in sé, un unicum». L’identità di ogni singola opera, infatti, non si confonde mai con la prossima, ma è tale la passione con cui le si è data vita da renderla perfetta prosecuzione della successiva. Un gioco di rimandi e suggestioni abilmente creato e «reso possibile dall’ironia brillante con cui Fiorito compone», come sottolineato dalla Savarese. Una mostra che è molto più di un evento artistico, è l’opportunità di godere di una miscellanea stimolante di grazia e forza, intelligenza e generosità, genuinità e genialità.
A cura di Rosaria Morra