Ada Bruges, l’ultima sciantosa di Cantanapoli
Un “diversamente giovane”: così è stato definito, Antonio Sciotti (nella foto), durante la presentazione del suo ultimo lavoro, “Ada Bruges , l’ultima sciantosa di Cantanapoli”, biografia e raffinato excursus sulla vita artistica della cantante, nata ad Acerra nell’agosto del 1892, al secolo Ida Papaccio e regina del varietà. L’autore, Antonio Sciotti , classe 1967, non è nuovo a ricerche simili. Figlio e nipote d’arte, ha ereditato dal padre, Alberto, direttore artistico della Phonotype Records ed autore di canzoni e sceneggiatore, una mirabile collezione di cimeli, legati alla canzone napoletana, ma soprattutto, la voglia di ricordare, o meglio non far dimenticare, quell’immenso patrimonio culturale che è stato il mondo antico di “Cantanapoli”. Saggista, scrittore, autore di trasmissioni televisive, Antonio Sciotti, dopo la biografia “Gilda Mignonette: Napoli – New York sola andata”, pubblicata da edizioni Magmata, ci regala un’altra “perla” – memoria storica della melodia partenopea classica- la biografia di Ada Bruges, appunto. Nella prefazione del libro, il giornalista del Mattino, Pietro Gargano, definisce la Bruges, “graziosa e paffuta”, ed aggiunge “…scoprì di avere talento cantando, quasi per gioco, nel Circolo Spena di Acerra e nel Dopolavoro Ferroviario frequentato dal padre capostazione.” In effetti questa descrizione è significativa e sintetizza, in maniera chiara la semplicità del personaggio Bruges, fuori dagli schemi delle protagoniste del varietà che calcavano le scene dell’epoca, appariscenti, estroverse, al contrario lei e “era riservata,assai”, come la ricorda Alberto Amato, divo della radio negli anni ’40.Amato, per anni protagonista della Piedigrotta e leader della storica etichetta discografica Parlophon – Odeon, continua il suo ricordo di Ada Bruges: “…Scambiava poche parole con noi artisti. Diciamo che se la vedevi chiacchierare, era con i cantanti della vecchia guardia. Però, in generale, era molto taciturna, era una donna di poche parole”. Anche Gino Maringola, attore di cinema e di prosa, scrittore e cantante di repertorio classico napoletano d’autore, la descrive schiva, riservata, “…non dava confidenza a nessuno. Si metteva cuieta areto ‘e quinte e, quando era il momento di uscire, l’Orchestra suonava e lei usciva sul palco…”. Ma accanto a questo suo carattere, tranquillo, “silenzioso”, la cantante affiancava doti canore pregevoli, perfezionate dallo studio dell’impostazione lirica della voce intrapreso con il tenore De Lucia, prima di essere allieva del M° Carlo Sebastiani. Ada Bruges, artista di chiara fama negli anni ’20 e ’30 del ‘900, muore nel 1974, e paradossalmente la sua morte passa quasi in sordina: solo due articoli de “Il Corriere di Napoli” e “il Mattino” ne danno la triste notizia. Allora quale la verità? Si chiede Sciotti nel libro. Per quale motivo la Bruges, pur lasciando tracce nel mondo dello spettacolo, viene ricordata da un esiguo numero di scrittori e storici? Ecco il motivo di questa biografia, riscattare la figura di Ada Bruges all’interno dell’immensa storia di Cantanapoli.
Antonio Sciotti
ADA BRUGES L’ultima sciantosa di Cantanapoli
La vita artistica (1921-1945)
Prefazione di Pietro Gargano
Rabo’ Edzioni (Regine & Reginelle)
A cura di Rosario Scavetta