Alan De Luca l’importanza del teatro per ragazzi ‘speciali’
Il laboratorio teatrale è coadiuvato dalla psicologa Antonella Scutari
A cura di Natascia Caccavale
Nel piccolo teatro dei Lazzari Felici nel centro storico di Napoli, a breve partirà il progetto ‘Nessuno Escluso’ ideato dall’attore Alan De Luca e dalla psicologa e psicoterapeuta Antonella Scutari. Sono previsti incontri settimanali di recitazione per una durata di tre mesi. Il laboratorio coniuga le tecniche della recitazione con quelle della psicoterapia, con l’obiettivo di includere tra i partecipanti normofunzionanti, due o tre soggetti con deficit o diverse abilità. Dall’amore di Alan per il teatro, nasce l’impegno sociale attraverso laboratori teatrali destinati a ragazzi difficili e stranieri. L’idea di un teatro d’inclusione per ragazzi con deficit o difficoltà, nasce invece, come esigenza e risposta ai bisogni del territorio. Il teatro, implica di per se l’educazione alla sensorialità, alla percezione del proprio movimento corporeo e del suono vocale; agisce attraverso l’improvvisazione ad aiutare i personaggi a portare fuori il proprio vissuto all’interno del gruppo. Questo ascoltarsi, implica un lavoro pre-espressivo e di ricerca costante e, secondo l’attore De Luca diviene il primo passo per superare i propri limiti.
Alan il teatro può essere considerato una cura?
Il teatro rappresenta un luogo, dove si supera la timidezza, dove si può scoprire un nuovo modo di cura di sé e di benessere psicologico, ma di certo non può sostituire la cura psicoterapeutica, può coadiuvarla. Infondo cos’è la timidezza se non un universo inesplorato ? È per questa ragione che io e la dottoressa Antonella Scutari psicologa e psicoterapeuta, abbiamo deciso di realizzare questo progetto.’Nessuno Escluso’ vuole significare la possibilità per tutti di trovare la propria dimensione interiore e sociale, scoprendo magari qualcosa di sé che non credeva di possedere. Forse, in questa definizione può essere più dettagliata l’esperta.
Dottoressa Scutari perché definisce questo teatro d’inclusione?
La mia esperienza di psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva presso il consultorio infantile dell’ASL di Pozzuoli, mi ha permesso di rilevare le difficoltà d’integrazione che hanno i giovani con le diverse abilità. A mio avviso è un concetto distorto che si ha di questi ragazzi, poiché non si va alla conoscenza del problema in profondità, ci limitiamo a vederne solo la superficie. Io mi occupo da anni di questi soggetti e in particolare degli adolescenti e mi accorgo di quanto sia pregiudizievole la considerazione che si ha di loro. In primis, un atteggiamento che dovrebbe cambiare è quello delle famiglie, le quali molto spesso tendono a isolarsi dalla situazione sociale, impedendo così ai propri figli, di sperimentare nuove esperienze. C’è da dire una cosa molto importante, molto spesso le famiglie sono lasciate sole dalle istituzioni e dal territorio, che non sempre riescono a capirne fino in fondo quelli che sono i veri bisogni. Invece, bisognerebbe pensare a un concetto d’inclusione, molto più ampio, in un’ottica che sia multidisciplinare, interistituzionale e categoriale, in modo da creare una sinergia d’interventi tutti finalizzati alla condivisione e alla integrazione. La nostra iniziativa punta non solo ad aiutare i ragazzi con deficit a inserirsi in una situazione accogliente dove sperimentare nuove opportunità, affinando quelle abilità preesistenti o, addirittura acquisirne delle nuove, ma allo stesso tempo è un percorso che sensibilizza e arricchisce i ragazzi normofunzionanti, che conoscono l’altro diverso da sé. Io credo molto in questo progetto e nella sua forza di diffusione di una cultura dell’inclusione. Se conosciamo chi e cosa abbiamo di fronte, non possiamo temere nulla.
Come si articolano questi incontri?
Si parte dal teatro come spazio d’inclusione e condivisione. Le tecniche saranno diverse: training fisico; esercizi di rilassamento e riscaldamento, consapevolezza e gestione dello spazio scenico; percezione del proprio corpo e dell’altro; la voce come strumento espressivo; l’improvvisazione narrativa; la performance teatrale; esercizi di drammatizzazione. Il messaggio è rivolto non solo alla società, ma anche alle famiglie che tendono a tenere chiusi i figli con deficit privandoli di esperienze nuove. Noi ci auguriamo vivamente che la nostra iniziativa possa essere da esempio per molti, che credono fortemente in questo intervento didattico, metodologico e artistico, come ci crediamo noi. Per informazioni: Dottoressa Antonella Scutari 3341461216- Teatro Lazzari Felici 3207749825