Alba al gusto di ribellione
Sconcertante la partecipazione studentesca alle manifestazioni di protesta in atto nelle maggiori regioni italiane per affrontare una volta per tutte, sembra, la condizione delle istituzioni. Volti nefasti colpiti da una sciagura di nome Gelmini, a loro dire, che funesta l’istruzione e insieme al governo la sotterra. Questo è il motivo alla base di tutto ciò che, all’alba dell’ 8 ottobre, ha fatto si che tante forze studentesche si riunissero e facessero sentire la loro voce e il rumore delle uova gettate, come sempre in quest’ultimo anno, contro svariate sedi bancarie. Il colore è dato, in questa atmosfera confusa, dalla vernice scagliata ancora una volta contro chi si ritiene un pericolo per lo Stato italiano. Si tratta di un vero e proprio movimento che ha investito, preoccupando le autorità, Milano, Torino, Napoli, Genova, Roma, volendo considerare le maggiori città, ma che non ha affatto registrato reticenze in altre province. Si accusa principalmente il governo perché ,secondo l’opinione maggiormente diffusa, questo sembra aver ripiegato seppur non esplicitamente, come è chiaro che sia, sull’istruzione per attutire la crisi economica e determinando, in tal modo, una serie di effetti che andrebbero a dissolvere le speranze di migliaia di studenti aventi diritto a borse di studio. Il tutto proviene dalle scuole, ma anche dalle università. Una compattezza quasi disarmante che è sfociata nell’occupazione dei binari della stazione Ostiense di Roma e in altri atti non propriamente simbolici: lanci di petardi, fumogeni, blocco stradale.. La voce, le grida, i disagi, non sembrano mancare… Resta, per gli studenti, la possibilità di attendere la risoluzione, intanto quelli identificati attendono i risultati delle denunce a loro carico.
Francesca Morgante