ALLA SCOPERTA DI PARTHENOPE
LA CERTOSA DI SAN MARTINO – “Il museo conventuale”
Sovrastato dalla poderosa mole di Castel Sant’ Elmo, si erge elegante e imponente il celebre monastero di san Martino. La sua costruzione fu cominciata verso il 1325 con il favore di Carlo d’Angiò . I primi certosini abitarono il luogo già dal 1337, il primo priore era a capo di una comunità di una dozzina di monaci provenienti dalla certosa di San Lorenzo di Padula. Circondato da giardini e boschi, la posizione era ideale per la preghiera e il silenzio, la contemplazione e la solitudine. Nei primi anni del ‘800, per la soppressione degli ordini monastici da parte dei francesi, che interessò gran parte dell’Italia meridionale, alla certosa vennero confiscati i beni. Solo nel 1866, per arrestare l’inesorabile abbandono della struttura , l’archeologo Giuseppe Fiorelli individuò in questo complesso monumentale la struttura che meglio poteva, per prestigio e posizione, documentare la storia e la società napoletana, instituendo il museo nazionale di San Martino. Il monastero è costituito da due chiostri, quello dei Procuratori ed il chiostro Grande. Il museo ha cosi tante opere, da risultare difficile una elencazione perfetta. Gli ambienti della certosa, offrono uno spaccato interessante sulla storia e sull’arte della città, tra le opere più importanti ricordiamo: i dipinti dei maestri Cosimo Fanzago, Giuseppe Ribera, Massimo Stanzione e numerose sculture, affreschi e manufatti vari. Uno degli ambienti più suggestivi è la sezione dedicata ai presepi, la più importante e ricca in Italia che documenta la tipica scenografia presepiale napoletana del ‘700. Infine, dal belvedere della Certosa, si può apprezzare il panorama più suggestivo e spettacolare di Napoli.
ANTONIO CASTILLETT