Berluscoiti Del maiale non si butta via niente
Quando, nel 1994, Silvio Berlusconi annunciò alla nazione la sua volontà di «scendere in capo» per strappare l’Italia a un non meglio precisato complotto partitocratico, il fondatore del potente gruppo Mediaset nonché padrone indiscusso della televisione, ottenne un immediato consenso presentando se stesso come uomo lontano dal «chiacchiericcio della politica» ma sempre pronto a «rimboccarsi le maniche» per regalare al Paese la stessa (seppur poco trasparente) fortuna che aveva arriso alle sue innumerevoli aziende e alla sua squadra di calcio. Erano, questi, i tempi di «un milione di posti di lavoro » promessi agli elettori, conquistati dal «contratto con gli italiani» che il futuro Presidente del Consiglio avrebbe sottoscritto negli studi televisivi nel nome della «politica del fare». Da quel momento in poi, Silvio Berlusconi ha presieduto ben tre Governi ma, mentre l’Italia è sprofondata nella più grave crisi economica dell’ultimo mezzo secolo regalando a tutto il mondo – grazie alle figure del suo leader – l’immagine di un popolo di pagliacci e veline, anche la tanto sbandierata praticità del Cavaliere ha finito per mostrare il suo vero volto. È stato così che Silvio Berlusconi, più che per «la politica del fare», è divenuto noto per «la politica del farsele», inaugurando una nuova stagione di scandali sessuali capaci di travolgere giornalisti, Ministri e showgirl in una girandola di episodi esilaranti e disgustosi al tempo stesso. Gli stessi episodi che, con la consueta cattiveria, la matita di Alessio Spataro mette nero su bianco spiando i «berlus-coiti» del re di Arcore. Un premier «affamato », sì. Ma non solo di potere! Dalla politica del fare alla politica del «farsele» il volto segreto di un premier affamato… non solo di potere!
Elvira Fusco