Brasile

B7In Brasile, nello stato di Bahia, lungo i sentieri della foresta atlantica, nelle piantagioni di cacao e sulle spiagge della penisola di Maraù.

Il Brasile racchiude la più grande biodiversità del pianeta. Lungo gli 8.600 km di costa la terra e l’oceano si uniscono per formare la foresta atlantica, la più ricca e minacciata del mondo. La foresta ha sessanta milioni di anni e il più grande numero di specie arboree. Sulla magnifica costa di Bahia c’è una parte di vegetazione sopravvissuta grazie alla coltivazione del cacao: una pianta che per crescere ha bisogno dell’ombra dei grandi alberi e che per cento anni ha fatto la fortuna dei suoi coltivatori.

B6Verso la fine degli anni ottanta un fungo parassita ha quasi annientato le coltivazioni di cacao, facendo crollare la produzione. Inoltre, buona parte delle grandi aziende agricole è fallita e la foresta ha cominciato a sparire, divorata dalle piantagioni di eucalipto. Eppure questa foresta è ancora piena di ricchezze. La sua biodiversità garantisce alla fava del cacao una gamma di aromi che fa la gioia dei più famosi cioccolatai.

B1Il modo più semplice per raggiungere la foresta atlantica è partire da Salvador de Bahia, la capitale dello stato, e raggiungere l’isola di Itaparica. Dopo un’ora di navigazione il traghetto deposita persone e auto davanti ad un cartello che annuncia: “Itacaré: 229 chilometri”. La strada BA 001, appena terminata, fa risparmiare circa 600 km, cioè nove ore di autobus, agli abitanti di Itacaré che vogliono raggiungere Salvador.

L’alternarsi di pioggia e sole solleva i profumi della terra rossa e fa brillare i semi scarlatti dei grappoli di dendé, una palma da olio che profuma tutta la cucina afrobrasiliana.

B2La strada asfaltata penetra molto rapidamente in una regione poco abitata. Lungo la costa si incontra la baia di Maraù e le sue isole, una zona che è stata per molto tempo inaccessibile e dove alcune comunità di origine africana hanno vissuto in un regime di autarchia per diversi secoli. Nell’arcipelago le piroghe si spostano silenziosamente al ritmo delle maree. Mentre la farina di manioca cuoce nei forni, i bambini danno la caccia ai granchi.

B4La baia di Maraù ricorda la Polinesia: fondali corallini, isole, cinquanta chilometri di spiagge e piantagioni di cocco. In questo paradiso sono sopravvissuti gli ultimi pau brasil, gli alberi che hanno dato il nome al Brasile. Procedendo verso sud, la foresta diventa sempre più bella e fitta. Si possono incrociare anche alcuni gruppi di scimmie che, servendosi di liane, percorrono passerelle immaginarie sospese in aria.

Ogni curva della strada rivela un paesaggio sempre più vergine e selvaggio.

La strada costiera comincia a Itacaré, attraversa Una e finisce a Canavieiras, una stazione balneare che ha conservato il fascino dell’età dell’oro del cacao. Un corso d’acqua, attraversato in piroga, permette di collegare il rio Pardo al rio Jéquitinhonha. Questa immersione in un altro tempo, costellata da mangrovie di una bellezza straordinaria, permette di attraccare a Belmonte, l’ex capitale del cacao.

B3Dopo Belmonte, protetta dalla barriera corallina di Araripé, si succedono fino a Santa Cruz Cabràlia affascinanti villaggi di pescatori e spiagge deserte.

Nel 1961 il monte Pascual e i suoi ventiduemila ettari di foreste erano stati trasformati in un parco nazionale e i suoi abitanti erano stati spostati nelle riserve. Nel 1999, dopo due anni di mobilitazione, gli indigeni pataxo hanno ripreso possesso del parco e ne sono diventati i gestori.

B5Dalla spiaggia parte un sentiero di sabbia che corre al largo e che durante la bassa marea emerge per due chilometri. Al mattino i delfini vengono a disegnare piroette sul profilo della barriera corallina. Per proteggere la ricchezza del loro mare, nel 2000 i pescatori di Corumbao sono riusciti a creare una riserva marina.

La cucina bahiana è ricca, saporita, con caratteristiche molto peculiari negli aromi, nei sapori e nelle consistenze degli ingredienti. I piatti tipici sono: moquecas e ensopados, zuppe di pesce insaporite con aglio, coriandolo fresco e cocco, gli stufati, il caruru, a base di ocra cucinata insieme a carne di pollo o gamberi e il tabuleiro, un dolce al forno con le banane.

Roberta Morano