Breve storia del progressive rock
Musica che rimanda a luoghi incantati, a fiabe e leggende, che lascia sospesi e avvolti in un’immaginario fantastico e che spesso e volentieri si riflette nella grafica dei dischi in questione(come ad esempio questa qui a fianco, tratta da “Close to the edge” degli Yes).Naturalmente sto parlando del progressive rock, o più semplicemente prog, una delle forme sonore più intense e significative che siano mai scaturite dal rock. Germogliato nella seconda metà dei ‘60, ha raggiunto la sua massima espressione nei primi anni ‘70.
Il termine, popolare e controverso, starebbe a indicare una sorta di progressione del rock dalle sue radici blues, contraddistinguendosi per un approccio laborioso e impegnato sotto ogni aspetto compositivo. L’influenza di altri generi musicali riguarda specialmente la musica colta (dal periodo barocco alle avanguardie del ‘900) il jazz, il folk ed in parte anche la musica indiana e la musica elettronica.I principali tratti distintivi di questo tipo di musica presentano una struttura compositiva elaborata e ambiziosa. Ci si imbatte così in lunghe suite dai toni epici e dai complessi intrecci strumentali, in inusuali tempi dispari, in testi poetici e letterati e nei più disparati cambi di tempo, d’intensità o di velocità. Inoltre viene dato largo spazio agli strumenti classici (pianoforte, archi, fiati), a quelli elettronici (mellotron e sintetizzatori) e in generale a tutte le tastiere (organo Hammond su tutti), senza per questo rinunciare quasi mai alla tradizionale triade chitarra, basso e batteria.
La sua diffusione ha riguardato quasi esclusivamente l’Europa con l’Inghilterra in prima fila, subito seguita dall’Italia e da altri paesi come Germania, Francia e Olanda. Per ragioni di carattere culturale, in America il prog non ha riscosso il benché minimo interesse. Si tratta di un fatto assai rilevante e significativo se consideriamo l’enorme portata che questo movimento ha avuto nella storia della musica.Proviamo ora a ripercorrerne sinteticamente le tappe : Nel 1965, complice un’irresistibile ondata psichedelica, il mondo del rock scopre improvvisamente d’avere a disposizione nuovi ed illimitati orizzonti.La necessità impellente di sperimentare contagia praticamente tutti e gruppi come Beatles, Procol Harum, Nice e Moody Blues muovono i primi passi in direzione del prog andando a coltivare un pop sinfonico che in qualche modo anticipa ciò che seguirà di lì a breve. Nel complesso, la gran parte dei musicisti protagonisti dell’epoca progressive esordiscono in questo periodo.
Con l’arrivo del 1969, anno che vede il folgorante esordio dei King Crimson, il movimento giunge a piena maturazione e comincia la sua inesorabile scalata nell’indice di gradimento generale. Al suo interno vi confluiscono e vi si mescolano le più diverse correnti : sinfoniche, romantiche, dark, etniche, folk, jazz (al riguardo è d’obbligo citare la scena di Canterbury, una delle più prolifiche e importanti). Di notevole importanza anche il connubio con la matrice hard, che nel primo lustro degli anni ‘70 rappresenta l’altra principale declinazione del rock (si pensi alle affinità col prog di band come Led Zeppelin, Who, Black Sabbath e Deep Purple).
Tra i capofila di questo nuovo verbo musicale si segnalano realtà significative come King Crimson, Pink Floyd, Van Der Graaf Generator, Yes, Genesis, Gentle Giant, Caravan. La scena progressive acquisisce in breve tempo una forza tale che le case discografiche decidono di creare appositamente alcune etichette allo scopo di richiamare l’attenzione degli appassionati. Oltre alle storiche e imprescindibili Vertigo e Harvest, si possono ricordare anche Neon, Deram Nova e Regal Zonophone.Poi, con l’approssimarsi di metà decennio, la spinta creativa e le possibilità espressive si vanno rapidamente esaurendo. Si giunge così al fatidico 1977, un anno di completa stagnazione per il prog ma anche di esplosione di altri generi come il punk e la disco music che, seppur diversissimi tra loro, contribuiscono a spostare l’interesse del pubblico verso altri lidi. L’epoca progressive è definitivamente tramontata lasciandoci in eredità pagine inarrivabili di musica e un’influenza duratura nei decenni successivi.
Negli anni ‘80, i precetti del prog verranno riattualizzati in filoni come la new wave e negli anni ‘90 l’effetto si amplificherà diffondendosi in maniera trasversale ai generi. Il lavoro di artisti contemporanei come Radiohead, Sigur Rós e Godspeed You! Black Emperor, che riprendono svariati elementi del rock progressivo, non lascia dubbi sul fatto che esso sia più attuale che mai.
Di certo quell’epoca è tramontata ma molta di quella musica rimane intramontabile.
Di Antonio Elia – www.freequenze.it