Sui giornali, sulle TV e in politica in queste ultime settimane non si parla di altro: le adozioni! E’ possibile per un single adottare un figlio/a? Anche se ormai da anni mi conoscete per i miei articoli e approfondimenti, credo che in questo articolo sia opportuno presentarmi, per far comprendere che chi vi scrive non è certamente l’ultimo arrivato. Da circa otto anni, lavoro presso una comunità alloggio a napoli, dove accogliamo 8 adolescenti che provengono da situazioni famigliari difficili: genitori separati, in carcere o problemi di conflitto relazionale. Presto il mio servizio come sacerdote e addetto alla pastorale vocazionale e giovanile dei Padri Rogazionisti presso diverse scuole medie e superiori. Sono un giovane (sacerdote) che vive in mezzo e a servizio dei giovani, specie se disagiati ed emarginati. I ragazzi di oggi, giovani o adolescenti, non sono certamente i giovani di una volta. Sono giovani sempre più fragili e sempre più superficiali perché tali li ha creati la nostra società. Dietro questa panoramica occorre chiedersi: è possibile per un single adottare un figlio? Lo sappiamo benissimo: se ci guardiamo intorno è difficile vedere una famiglia formalmente “sana” , siamo circondati da famiglie separate o con coniugi divorziati. Le famiglie allargate sono ormai una cruda realtà diffusa. Quando incontro qualche genitore dico sempre che i figli sono immagine dei genitori. Dinanzi dunque a questa emergenza, sorge spontaneo il dubbio: quale ambiente favorevole proporre ai “figli”? La risposta risulta spontanea. Una famiglia non può essere formata da un single. Dagli studi di psicologia, ma soprattutto dalla nostra personale esperienza sappiamo come la nostra crescita umana, affettiva, psicologica e relazione risulta dal buon equilibrio che ognuno di noi sviluppa lungo la crescita e soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza in rapporto alle figure genitoriali, avendo accanto a sé un padre ed una madre e quando uno di questi viene meno (per diversi motivi) o il rapporto con tali figure non è equilibrato avviene uno scompenso visibile anche nel ragazzo che cresce e che direttamente ed indirettamente si rifà alle figure genitoriali. Come si può dunque proporre un adozione ad un single? Questo significherebbe, anche indirettamente equiparare la famiglia ad un single.. e anche se non fosse così “quale equilibrio si propone ad un bambino adottato da un single?”

Inoltre, mi sorge spontanea la domanda “ma i figli sono un dono e frutto d’amore o sono diventati forse frutto di un capriccio o di un proprio egoismo?” Lungi da me, dal giudicare, i single.. ne conosco tanti, alcuni lo sono per scelta, altri, purtroppo, perché obbligati da scelte di vita. Ma questa situazione non permette di poter offrire una situazione di equilibrio umano psicologico e affettivo ad un ragazzo in crescita che non può crescere nella propria famiglia. Sembra quanto mai opportuno terminare questa riflessione con la famosa poesia di Gibran Kahlil

I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della vita stessa.
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi,
e non vi appartengono benché viviate insieme.
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro,
poiché abitano case future, che neppure in sogno potrete visitare.
Cercherete d’imitarli, ma non potrete farli simili a voi,
poiché la vita procede e non s’attarda su ieri.
Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccate lontano.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con la forza vi tende,
affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
In gioia siate tesi nelle mani dell’Arciere,
poiché, come ama il volo della freccia, così l’immobilità dell’arco

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