CAIVANO. PRESENTANTO IL LIBRO DI DOMENICO LONGO: “LA PIÙ GRANDE TRUFFA”
“Stiamo assistendo alla dittatura, neanche più tanto silente, delle banche, che producono miseria e scelgono ormai pure i governanti, la questione del debito pubblico è una farsa, esso non si estinguerà mai”. E’ questa una delle dichiarazioni “forti” di Domenico Longo, autore del volume “La più grande truffa di tutti i tempi, la dittatura silente dei finanzieri”, presentato ieri pomeriggio (11 Aprile) presso la sala conferenze della biblioteca comunale di Caivano.
Un libro che mette talmente sotto accusa il sistema bancario e politico, che non ha trovato un solo editore disposto a pubblicarlo. All’evento erano presenti il direttore del V settore del Comune di Caivano, Vito Coppola, il consigliere comunale e provinciale Simone Monopoli, il giovane caivanese Luigi Peluso, autore di una proposta di legge per le banche regionali, il vicepresidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Mimmo Falco, e lo stesso autore. Assente, benchè annunciato, il sindaco di Caivano Tonino Falco. Fra il pubblico, il sacerdote Don Peppino Esposito ed il comandante dei vigili urbani Gaetano Alborino.
Per Vito Coppola, che ha introdotto il dibattito, il libro di Longo tratta un tema importante ed intrigante, ovvero il rapporto fra economia reale ed economia monetaria; il consigliere della Provincia di Napoli Simone Monopoli ci ha tenuto innanzitutto a ringraziare l’amministrazione comunale e Vito Coppola per avere messo a disposizione la struttura e patrocinato l’evento, poi ha spiegato il suo punto di vista sull’opera. “Il volume in sintesi racconta l’ultima battaglia del millenario confronto fra chi ha potere e chi non ce l’ha, il rapporto diretto fra il signoraggio bancario e lo sfruttamento dei popoli attraverso il debito pubblico – h affermato Monopoli -. Ormai in questa fase l’economia sovrasta la politica, perciò bisogna ritornare ad avere banche che servano il popolo, senza prestare denaro ad interessi allo stato che crea il dubito pubblico”.
Monopoli ha fatto approvare dal consiglio provinciale un disegno di legge per creare un elenco di banche regionali, ora all’attenzione della Regione Campania.
Luigi Eluso, laureato in giurisprudenza, autore del ddl sulle banche, ha specificato che la sua proposta serve per far pagare le tasse in loco agli istituti di credito e finanziare solo le imprese della regione, evitando che i grandi gruppi, che prendono soldi dappertutto, investano unicamente dove desiderano.
Il giornalista Mimmo Falco ha sottolineato il fatto che ormai non più di dieci famiglie al mondo decidono e determinano il destino dell’umanità, ricordando il precedente della grande depressione del ’29 quando Mussolini creò la banca d’Italia che serviva a stampare i soldi alla nazione che però pagava solo i costi del materiale e non, come accade adesso, che paga il valore dei soldi stampati, i costi di stampa più gli interessi, un girone infernale da cui non si esce più.
Ha concluso l’incontro l’autore Domenico Longo spiegando gli alti costi del debito pubblico. “Se c’è un nazione indebitata, vuol dire che un’altra è in credito: dovrebbe essere così, ma non lo è affatto. L’Italia paga 80 miliardi annui solo di interesse sul debito, un prestito che fisiologicamente è inestinguibile, tant’è che Monti, che doveva sanarlo, l’ha fatto invece aumentare, basta pensare che se lo Stato non regalasse questi soldi alle banche ogni anno avremo un decremento del 30% delle tasse. La Costituzione tutela il risparmiatore, ma gli istituti di credito si comportano unicamente come aziende”.
a cura di Francesco Celiento