CAMouflage Fotocopie per una rivoluzione culturale
«Nel febbraio 2011 partì la mia richiesta di asilo politico-culturale alla Germania; la notizia suscitò scalpore in tutto il mondo: sembrava impossibile che un bene comune come una collezione museale fosse abbandonata a se stessa. Dopo esattamente un anno le condizioni della cultura sembrano peggiorate. Parlo della chiusura di spazi italiani e internazionali per l’arte, per il cinema e per il teatro, parlo dell’impossibilità di una sopravvivenza di tali luoghi durante una profonda crisi economica. Perchè proprio la cultura deve subire le prime falciate economiche? Perchè una ricchezza che ha valore morale inestimabile, che eleva lo spirito, lo migliora e lo sensibilizza, viene penalizzata in prima istanza? CAMouflage mostra che esiste una collezione d’arte, quella del CAM, frutto di anni di lavoro e di ricerca, che viene occultata, nascosta e sostituita da fotocopie. È sconcertante lo spettacolo del museo di Casoria totalmente privo di colore, senza la visione delle opere che sono la vita di uno spazio espositivo. Abbiamo coperto tutto, la collezione c’è ma non si vede. Qual è la differenza? Cosa si prova dinanzi ad una privazione? Quello che stanno subendo tutti gli addetti al settore e gli amanti della cultura: dolore e rabbia. Ecco allora anche un sacrificio estremo come segnale personale. È stata distrutta la mia opera che ho presentato a Berlino, al Tacheles, uno degli spazi che sta subendo una chiusura forzata per motivi economici, e che poi è arrivata a Venezia in occasione della 54. Biennale internazionale d’arte al Padiglione Italia. Abbandonare delle opere d’arte equivale a distruggerle ma spero vivamente che la collezione del CAM riesca ad essere salvaguardata da tale epilogo tragico». È con queste parole che Antonio Manfredi, direttore del Contemporary Art Museum di Casoria, punta l’attenzione sul disagio culturale che attanaglia lo spazio al 63a di via Duca d’Aosta, come metonimia dello scempio culturale degli ultimi tempi (infoline 0817576167 – casoriacontemporaryartmuseum@hotmail.com – www.casoriacontemporaryartmuseum.com). Il gesto, evidentemente provocatorio e drastico, che dal 2 marzo, riconosciuta l’impossibilità di assicurare gli standard minimi di conservazione, fruizione, valorizzazione e promozione delle opere della collezione permanente, per mancanza di sostegno sociale, politico ed economico, ha portato ad oscurare tutte le opere esposte nel museo e a mostrarne solo le riproduzioni in fotocopia, proprio attraverso “CAMouflage_Fotocopie per una rivoluzione culturale”, intende scuotere tutti, dagli addetti ai lavori alla società civile, per sensibilizzarli verso il rispetto e la valorizzazione dell’unico patrimonio reale dell’umanità, la Cultura. Perché se qualcuno ha detto che “con la Cultura non si mangia”, è pur vero che molti dei bambini che hanno visitato il museo hanno esclamato, con non poco stupore di docenti e familiari, “sembra di non stare a Casoria”, e forse è proprio in queste semplici parole, nell’affermazione innocente di chi guarda la realtà senza pregiudizi, come solo un bambino può fare, che c’è tutto il merito del CAM, tutta la forza di una struttura che ha saputo e sa fare Arte nonostante tutto e tutti; a dimostrarlo, in occasione di “CAMouflage_Fotocopie per una rivoluzione culturale”, l’invio, al Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, Doris Pack, al Ministro italiano per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, al Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e al Sindaco della Città di Casoria, Vincenzo Carfora, delle fotocopie delle 1.000 opere in collezione permanente del museo CAM che sostituiranno le opere originali.
Rosaria Morra