CAOS LIBIA, INTERVENTI DAL MONDO POLITICO
Ieri l’Ue ha approvato un pacchetto di sanzioni contro il leader libico Muammar Gheddafi, tra cui l’embargo sulle armi e il divieto di viaggio nei Paesi del blocco.
La Sicilia potrebbe ricoprire un ruolo strategico nel Mediterraneo per far rispettare l’embargo imposto alla Libia”, ha detto La Russa a Catania al rientro del cacciatorpediniere della Marina militare “Mimbelli” dalla Libia, dove ha recuperato oltre300 persone.
“Sono necessarie almeno 16 navi“, ha detto La Russa – come confermato dal portavoce – per poi precisare che tra queste “potrebbero esserci anche navi italiane”.
Intanto le notizie che giungono dalla Libia sono allarmanti. Sembra che le forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi si siano concentrate oggi nella zona occidentale del Paese, mentre gli Stati Uniti stanno facendo avvicinare alla Libia le proprie navi da guerra e forze aeree.
Gli abitanti temono che le forze fedeli a Gheddafi stiano preparando un attacco per riconquistare il controllo di Nalut, circa 60 chilometri dal confine tunisino nella Libia occidentale, finita nelle mani dei manifestanti che chiedono la fine del governo del leader libico.
Gli Stati Uniti e altri governi stranieri ieri hanno valutato opzioni militari per affrontare la situazione della Libia. L’ambasciatore Usa all’Onu Susan Rice ha detto che Gheddafi è “scollegato dalla realtà”, che sta “massacrando il suo popolo” e che non è adatto a governare.
Rice ha aggiunto che Washington è in contatto con i propri alleati, tra cui quelli Nato, per valutare opzioni militari. Gli Usa inoltre hanno fatto sapere che beni per 30 miliardi di dollari sono stati bloccati negli Stati Uniti per impedirne l’accesso a Gheddafi e alla sua famiglia.
Il premier britannico David Cameron ha detto che il governo lavorerà a una “no-fly” zone in Libia per proteggere la gente dagli attacchi delle forze fedeli a Gheddafi. Il leader libico ha respinto le richieste di dimissioni e ha minimizzato la portata della rivolta che si sta avvicinando sempre più a Tripoli.
Sul versante italiano, la parola d’ordine per Berlusconi è aspettare: “In questo momento occorre molta cautela perché la situazione in Libia è in continua evoluzione. Qualunque sarà il governo che i libici vorranno darsi, questo manterrà un rapporto con l’Italia, con il suo popolo e le sue imprese”.
Da segnalare anche il duro commento di Hugo Chavez, presidente del Venezuela, una delle località in cui potrebbe rifugiarsi Gheddafi. Ha affermato, infatti, che invadere la Libia sarebbe una “catastrofe” e ha accusato gli Usa di essere “pazzi” per il petrolio libico, rei di “distorcere la realtà” di quanto sta avvenendo in Libia.
Mario Sabljakovic