Cari figli, chiedete e vi sarà dato…

viziati 1Cara Rossella,

per Natale mia figlia di 16 anni, influenzata da esempi negativi di amiche e compagne di scuola, pretende borsa e scarpe di una famosa griffe…Totale importo quasi 600 euro! Quando ho eccepito che si tratta d una follia, che oltretutto alla sua età mi sembra assurdo vestire in tal modo, mi ha risposto piagnucolando  affermando che tutte, ma proprio tutte le sue amiche hanno capi ed accessori firmati e che lei si sente a disagio non possedendo nulla di tutto ciò. E’ mai possibile uno spreco di denaro così ingente per un capriccio? Ci sono famiglie che sopravvivono con uno stipendio di tale importo…Gliel’ho fatto capire ma lei non vuol sentire ragioni e si è rivolta ai nonni ed al padre per una colletta, così da raggiungere questo notevole importo. Io mi sono dissociata perché penso sia diseducativo. A venticinque o a trentanni cosa pretenderà?

Adriana

Mia cara Adriana,

auguriamoci che a venticinque o trent’anni tua figlia non pretenda nulla dai genitori e che possa mantenersi da sola, comprendendo il valore del denaro e dei sacrifici che si fanno per ottenerlo. Non bisogna solo dare colpa ai ragazzi dicendo che sono viziati: tutto inizia principalmente dall’irresponsabilità dei genitori che svolgono male il loro compito perché spesso, invece di dedicare ai figli tempo, disponibilità e comprensione, pensano di dimostrare l’affetto ed aiutarli, colmandoli di regali, assecondando ogni richiesta. Compensandoli di “cose” che hanno il solo compito di tentare di riempire i terribili vuoti che hanno dentro. Perché e più comodo soddisfare una richiesta che “perdere tempo”… Inoltre nell’adolescenza spesso si instaurano problemi di“immagine”,cercando di somigliare a dei modelli che fanno moda, perché ci si identifica in quel marchio, in quella firma di successo pensando così di acquisire forza, sicurezza, bellezza. Purtroppo,complice la pubblicità, produttori e venditori puntano sulla fragilità, sull’insicurezza umana .In questo modo il benessere individuale viene  propagandato come ideale di vita e la nostra società, ormai edonista e narcisista ,detta legge : se sei uno che conta devi avere tale cintura, quella borsa, abito, scarpe o colore che fa tendenza, quel tipo di motorino o auto. E così diventa più importante apparire che essere! Non servono l’intelligenza, l’educazione, il rispetto, il valore dei sentimenti, la cultura ma il possesso, il denaro, la carta di credito, il bancomat, il chirurgo estetico, l’ultimo tipo di cellulare, etc. Anche a costo di prestiti o ratei. Come se ci fosse  una serie di percorsi obbligati a cui mirare per diventare qualcuno che conta, senza limiti né confini, così da essere finalmente riconosciuti, ammirati e invidiati. Forse perché desideriamo sentirci sicuri, forse per ottenere l’approvazione degli altri. Che fatica vivere in questo modo…Di tutte queste cose poi alla fine ci rendiamo conto che non ne abbiamo necessità, che i bisogni veri sono altri, quelli che poi, distratti da questi, abbiamo perso di vista o forse perduti per sempre. Ciò che serve alla nostra mente ed al nostro cuore non sono oggetti o miti fasulli che perseguiamo e cerchiamo di ottenere con tanto affanno e tanto spreco di energie e denaro. Ma, ahimè, accecati da immagini illusorie ed inconsistenti questo a volte lo si comprende tardi.Ti consiglio comunque di andare incontro a tua figlia concedendole ogni tanto un piccolo “premio”, ovvio non esagerato e costoso, per alcuni suoi meriti o profitti nello studio, facendole comprendere quanto sia importante costruire l’identità basandosi sulla sicurezza e fiducia in sé stessi, sul rispetto, il coraggio, la sincerità, sensibilità ed altruismo, sulla cultura e l’educazione e che di “ ricchi “che ostentano i loro facili proventi ce ne sono tanti mentre di veri “signori”, persone di valore che vivono in modo semplice e preferiscono passare inosservati, veramente pochi.

A cura di Rossella Argo