CHARLIZE THERON A MAX: «SONO UNA CAGASOTTO. LE FOLLE MI TERRORIZZANO».
Orgogliosamente Afrikaans. Guidatrice di trattori in tenera età. Single perenne al liceo con tanto di occhiali da nerd. Di certo lontana dallo stereotipo di “bionda oca”, tipica dello star business. Questa è la vulcanica Charlize Theron, direttamente dal fantascientifico Prometheus, atterrata in versione hot per la cover di MAX ottobre, da giovedì 4 in edicola, su iPad e online su max.gazzetta.it. Con Hollywood ha messo subito le cose in chiaro: «Un regista molto famoso mi invita a casa sua di sera, per propormi un ruolo nel suo film» – svela l’attrice trentasettenne – «Arrivo e mi apre la porta in pigiama stile Hefner. Dopo poco, ho capito quello che stava succedendo, e non ho avuto alcun problema a mandarlo a quel paese, con un ‘Wrong girl, amigo. Fuck off!’ Le mie prime parole a Hollywood…». Bionda sì, ma dura e pura: «Ho imparato a guidare il trattore che ero ancora bambina» – racconta a MAX – «a casa mia non c’era mai tempo per essere tristi, mia madre mi ha sempre insegnato che potevo avere momenti di crisi, ma avrei dovuto superarli perché stando male non avrei mai risolto niente». Sicura di sé, ma anche dei propri limiti: «Parlare davanti a una folla mi terrorizza, mi pietrifica. Alcune persone sono performer naturali, altri devono creare dei muri intorno a se stessi e fingere che al di là non esista nulla. Sono due metodi diversi per ottenere la stessa cosa. Io appartengo alla seconda categoria, quella dei cagasotto». Un passato da bruttina: «Al liceo portavo degli occhiali spessi che mi facevano sembrare una secchiona. Non ho mai avuto un fidanzato, ero innamorata di un ragazzo che non mi ha mai notata». Ma da quelle difficoltà dice d’aver imparato cosa fosse importante: «Per me essere bella significa avere fiducia in me stessa. Comunque sia, non passo troppo tempo davanti allo specchio. Preferisco mettermi un paio di jeans e saltare in sella alla mia Harley”». Di essere bella, invece, l’ha capito solo grazie alla moda italiana che la lanciò: «È grazie a voi e al mondo della moda italiana che ho capito che non ero poi così da buttare, anzi». Neo mamma adottiva, sognava di esserlo fin da piccola: «Ho sempre voluto avere figli. Recentemente mia madre ha trovato una lettera che scrissi quando avevo 8 anni, dove le chiedevo di portarmi all’orfanotrofio perché volevo adottare un fratellino. Quindi la mia non è stata una decisione presa alla leggera. Quando stringo il mio bambino tra le braccia dimentico qualsiasi problema. Lo amo, mi rende dolce, serena». La recitazione come cura all’insicurezza: «Facendo l’attrice invece ho imparato a vincere la mia insicurezza. Cerco di usare tutte le opportunità possibili per migliorarmi. Guardo i film che faccio, sono strumenti per imparare ed evitare di ripetere gli stessi errori. Prendo il mio lavoro molto seriamente».
di Redazione