Chi riuscirà a recuperare la nave d’oro?: Contesa tra nazioni per il recupero della Sussex
Una nave affondata e un tesoro sommerso: un binomio che da sempre intriga esploratori marini e pionieri di tutte le nazionalità. Possiamo solo immaginare il carico prezioso dei vascelli delle grandi potenze economiche, intenti a solcare i mari nei primi anni del Cinquecento. Nella sola Siviglia degli anni trenta, i registri portuali annotarono 101 tonnellate d’oro e 567 d’argento in arrivo dal Nuovo Mondo. Chissà quanti di questi “cargos” giunsero effettivamente a destinazione, gli uragani e le bufere improvvise, erano le principali insidie per le navi che facilmente colavano a picco.
Fra i tesori più ambiti c’è sicuramente quello della Hms Sussex per il cospicuo carico, prevalentemente composto da grosse quantità di prezioso metallo aureo. Singolare è anche la storia della nave che sta creando non poche tensioni diplomatiche tra la Spagna, La Gran Bretagna e gli Stati Uniti.
La cannoniera inglese Sussex affondò al largo di Gibilterra nel 1694. Comandata dall’ammiraglio Francis Wheeler, scortava un convoglio diretto a consegnare l’enorme carico d’oro alla Casa Savoia. “L’omaggio” doveva servire per invogliare Amedeo II a continuare la guerra contro la Francia di Luigi XIV. Ma il naufragio improvviso della Sussex e il mancato finanziamento cambiarono le cose, i Savoia si allearono con i francesi, portando la guerra verso una lunga fase di stallo.
In epoca moderna la contesa si è riaperta, a seguito del ritrovamento di una lettera firmata da una spia francese, diretta alla corte di Luigi XIV. Nella missiva viene quantificato il prezioso tesoro contenuto nella nave. Un milione di piastre (una moneta dell’epoca), circa 800 tonnellate d’oro.
A reclamare il carico della Sussex sono il governo regionale dell’Andalusia (Spagna), la Gran Bretagna proprietaria della nave ed infine una società statunitense esperta di recuperi sottomarini, la Odyssey, che avrebbe già individuato il relitto della nave.