Ciarambino,legge su ecomusei: riconoscimento e promozione del nostro patrimonio “risultato storico”
«Questa è una legge importante perché mette un tassello significativo nel recupero, nella salvaguardia e nella promozione del patrimonio culturale, dell’identità ricca e molteplice delle aree della Campania. Se un museo tradizionale espone una collezione, un ecomuseo esprime la produzione culturale di una comunità, è diffuso sul territorio, parla a una popolazione: dietro a ogni ecomuseo c’è un patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura dei suoi luoghi riconoscendo, valorizzando e fruendo del suo patrimonio culturale inteso non solo in senso fisico, ma anche come tradizioni e storia della popolazione che ci vive».
Esordisce così Valeria Ciarambino, consigliere del Gruppo Misto e Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, prima firmataria della legge regionale n. 13 “Riconoscimento e promozione degli ecomusei della Campania” approvata lo scorso 27 giugno e presentata oggi in Consiglio regionale. All’incontro hanno preso parte, oltre al consigliere regionale Tommaso Pellegrino, i rappresentanti di alcuni degli ecomusei già costituiti in Campania: il Moss di Scampia, quello della Valle delle orchidee e delle antiche coltivazioni di Sassano, l’ecomuseo Terra Felix di Succivo e quello del territorio Aurunco; e di quelli in fase di costituzione come l’ecomuseo dei Picentini e quello del Bussento.
«Ho voluto presentare questa legge insieme a loro, che sono gli ispiratori nei fatti di questo intervento normativo: iniziative “dal basso” sviluppatesi nel corso degli anni su tutto il territorio regionale. Come spesso accade, la realtà arriva prima della norma, e la norma interviene quasi a prendere atto di istanze già espresse e concretizzate dalle comunità. Tutte queste esperienze hanno reso necessario un riconoscimento formale, di carattere legislativo, in grado anche di uniformare gli standard qualitativi delle realtà già presenti e di quelle che nasceranno in futuro. Da oggi la valorizzazione e la conservazione delle tradizioni, dei più bei siti paesaggistici e culturali e di ogni bene materiale e immateriale di cui la nostra regione dispone, passerà anche per il contributo degli ecomusei».
Come sottolineato nel corso dell’incontro, l’ecomuseo interviene nel territorio di una comunità, nella sua trasformazione ed identità storica, proponendo anche i paesaggi, l’architettura, il saper fare, le testimonianze della tradizione, e valorizza i punti di forza di ciascun territorio. «La valenza degli ecomusei è duplice – ha spiegato Valeria Ciarambino – una rivolta all’interno, alla comunità del territorio, e una rivolta all’esterno, ai potenziali visitatori e turisti. L’obiettivo primario è infatti far riscoprire alle comunità la propria identità e specificità, rafforzando il legame col territorio di appartenenza, con la propria storia, creando coesione e consapevolezza. Pensate al valore di una simile operazione in aree come quelle di Scampia ad esempio, alla valorizzazione di tutta la ricchezza e il positivo che c’è in un luogo finora narrato solo per il negativo. Con il riconoscimento degli ecomusei arricchiamo il sistema dell’offerta museale in Campania, con ricadute inevitabili sul turismo e sull’occupazione, anche in aree ancora marginali nell’ambito dell’offerta culturale e turistica regionale».
L’obiettivo, si sottolinea, è promuovere zone di particolare interesse paesaggistico, storico e culturale, con il coinvolgimento di associazioni, enti culturali e delle stesse comunità che vi risiedono.
«Più nel dettaglio, la legge individua alcune specifiche funzioni in capo alla Regione: su tutte mi piace ricordare l’accrescimento della qualità dell’offerta museale in Campania e la promozione di accordi di cooperazione con i ministeri competenti, con gli enti di gestione delle aree protette, con gli enti locali, nonché con le istituzioni culturali e scolastiche, le università e i centri di ricerca, le pro loco. E nell’ottica della creazione di una Rete regionale che possa diventare anche luogo di scambio di “buone pratiche”, è prevista l’istituzione di un Forum regionale degli Ecomusei con la partecipazione di tutti gli operatori del settore ecomuseale. L’approvazione di questa legge consentirà di avere un quadro definito e completo di queste realtà, che ad oggi non sono censite, oltre che naturalmente di incentivare la nascita di ulteriori esperienze. Anche per questo, si è inteso accompagnare gli ecomusei con la previsione di contributi dedicati, da erogare tramite bandi pubblici: abbiamo previsto uno stanziamento di 150mila euro per ogni singola annualità del triennio 2023-2025. Una cifra che può essere un primo importante passo per supportare e rafforzare quelle realtà pionieristiche del nostro territorio che richiedono un quadro di regole certe» ha concluso Ciarambino.