Città perdute: un viaggio nelle città perdute più belle del mondo
Il viaggio, il miglior modo per scoprire il mondo ma soprattutto la storia dei popoli che sono in un determinato territorio. Esso è una continua scoperta di luoghi che non s’immaginano. o che magari se si immaginano, si pensa esistano solo nella fantasia. Alcuni di questi luoghi sono meta di milioni di turisti ogni anno, mentre altri sono meno conosciuti dal turismo di massa.
Allora sarebbe interessante effettuare un viaggio attraverso dieci di questi luoghi perduti, di queste città perdute che affascinano i viaggiatori e li fanno sognare esotiche avventure alla ricerca di straordinari tesori.
Al Decimo posto troviamo Hatra, un’antica cittadina in rovina nel Governatorato di Ninawa, in Iraq. La città perduta si trova a circa trecento chilometri di Baghdad. Essa è un centro assiro fondato nel terzo secolo A.C. Luogo di grande fascino e di grandi poteri, dato che in seguito divenne la capitale del primo regno arabo. La pietra dello stesso colore delle montagne e della terra la rende parte integrante del panorama che rende Hatra ancora più ammaliante per gli amanti delle avventure.
Salendo una posizione, troviamo una cittadina che in Campania è molto conosciuta: Pompei. Città molto conosciuta dal turismo e molto amata, in quanto è un esempio di come un’evento distruttivo quale un’eruzione vulcanica, può conservare benissimo un’intero centro abitato, che oggi è pressoché identico a come appariva agli antichi romani.
Ritornando in Medio Oriente, troviamo altre grandiose rovine della civiltà achemenide che lasciano senza parole il visitatore che giunge e le ammira da lontano. Al tramonto questo luogo sprigiona tutto il suo enorme fascino che richiama alla mente grandi battaglie ma anche lusso sfrenato della civiltà che volle questo centro.
Rovine molto importanti sono presenti anche nelle Americhe. Tra le civiltà più conosciute del Centro America è sicuramente quella Maya, celebre fino a qualche anno fa di una profezia su la fine del mondo che ha fatto andare tutti in paranoia.
Tikal, la più estesa delle antiche città in rovina della civiltà Maya, è situata in Guatemala. Attualmente fa parte nel Parco nazionale di Tikal, sito segnalato dall’UNESCO. La città, che raggiunse il suo massimo splendore tra il 700 e l’800 d.C., venne realizzata seguendo un codice simbolico pertinente alle credenze cosmiche maya. Il centro di culto è composto da sette complessi architettonici che ospitano stele ed altari. L’Acropoli invece era adibita ad uso residenziale.
Ritornando sulle sponde del Mediterraneo troviamo l’Algeria, dove si trova Timgad. Essa fu una colonia romana fondata dall’Imperatore Traiano. Le rovine sono un esempio della griglia con cui venivano costruite le città romane. Timgad, a partire dal III secolo, divenne prima un centro di attività cristiana e poi, nel IV secolo, un centro donatista. Nel 535 Timgad fu occupata dal generale bizantino Salomone. In seguito, però ad un saccheggio, essa fu definitivamente abbandonata. Nel 1881 essa fu portata alla luce grazie ad alcuni scavi archeologici che furono fatti nella zona.
Al quinto posto della nostra classifica troviamo ancora una città mesoamericana: Palenque. Esso è un sito archeologico Maya situato nello stato messicano del Chiapas. Contiene alcune delle più belle opere d’architettura e scultura che i Maya abbiano prodotto. Le ricerche affermano che sia stato esplorato meno del 10% della superficie totale e ancora moltissime strutture rimangono coperte dalla foresta. Nel 1987, l’UNESCO ha dichiarato Palenque Patrimonio dell’Umanità.
Dirigendosi a Sud troviamo ancora un’altra città in rovina: Teotihuacan, il più grande sito precolombiano di tutta l’America Latina. La città è situata in Messico nel comune di San Juan Teotihuacán. È stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1987. Nel momento di massimo splendore, nella prima metà del primo millennio, Teotihuacan fu la più grande città del continente americano. La città raggiunse il culmine del potere nel periodo compreso tra il 150 e il 450, quando fu il centro principale di un’importante cultura che dominò l’America Centrale. Il potere e l’influenza esercitata era pari all’antica Roma.
Sul podio troviamo in terza posizione una delle rovine più belle, ma anche le più conosciute: Petra. Sito archeologico posizionato in Giordania, ospita milioni di visitatori all’anno. La sua particolarità è che tutte le sue costruzioni siano intagliate interamente nella roccia. Resa celebre anche dal Film Indiana Jones e i Cavalieri dell’Ultima Crociata, entrare e visitare il suo interno sicuramente richiama alla memoria tutta una serie di scene ma anche di frasi dei più grandi avventurieri di tutti i tempi.
Al secondo posto si trova Angkor Wat, il tempio khmer all’interno del sito archeologico di Angkor. L’ipotesi più probabile è che si tratti di un mausoleo, un luogo dove il re potesse essere venerato dopo la morte. Infatti, l’entrata principale è situata a ovest, come nei templi funerari, e non a est, come consuetudine per i templi indù. Wat riassume due principali caratteristiche dell’architettura cambogiana. È diventato il simbolo della Cambogia, tanto che appare sulla bandiera nazionale ed è oggi il luogo del paese più visitato dai turisti. Secondo il Guinness dei primati, è il più vasto sito religioso al mondo.
Primo in classifica è il sito peruviano per eccellenza, la città proibita che più di tutte richiama alla mente il fatto di essere inaccessibile e proibita. Essa è Macchu Picchu. Il Machu Picchu è un sito archeologico inca situato in Perù. Fa parte dei Patrimoni dell’umanità stilati dall’UNESCO. La località è oggi universalmente conosciuta sia per le sue imponenti ed originali rovine, sia per l’impressionante vista che si ha sulla sottostante valle dell’Urubamba, circa 400 metri più in basso. Nel 2007 il Machu Picchu è stato eletto come una delle Sette Meraviglie del Mondo moderno.
Le rovine offrono sempre occasione di spunto ma anche tanta cultura e storia delle persone che le hanno costruite nelle situazioni e nei luoghi più disparati.
A cura di Luigi Del gaudio